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Ict: arriva Amyko, il braccialetto 'salvavita' per bambini e anziani

18 giugno 2015 | 14.28
LETTURA: 5 minuti

Il braccialetto Amyko
Il braccialetto Amyko

Un bracciale che all'interno contiene le informazioni che possono salvare la vita a una persona. Numeri di telefono da chiamare, intolleranze, allergie a farmaci e tutto ciò che in caso di soccorso serve sempre sapere. Si chiama Amyko, è frutto di una startup tutta italiana dedicato soprattutto a bambini e anziani e si basa sulla tecnologia Nfc, il chip 'passivo' che si risveglia a contatto con uno smartphone o un tablet.

Amyko nasce su un pullman, lo 'Startup bus' che raccoglie in viaggio per diverse ore giovani imprenditori e startupper. Durante il percorso, Filippo Scorza e Riccardo Zanini si conoscono ed entrambi hanno due idee che per alcuni versi possono combaciare: Riccardo voleva tracciare i bambini fuori casa, Filippo puntava a qualcosa che trasmettesse informazioni utili in caso di emergenza. Il risultato è un braccialetto che ha preso un po' dell'una, un po' dell'altra intuizione. Inizia poi il lavoro, prima da remoto da novembre del 2013, poi con la costruzione, alcuni mesi dopo, di un prototipo funzionante. Tra meno di una settimana, il prossimo lunedì, inizierà un altro test per Amyko: il lancio sulla piattaforma di raccolta fondi 'Indiegogo', con l'obiettivo di finanziare la produzione su vasta scala.

"Abbiamo fuso le idee ed è venuto il braccialetto per i bambini in gita", racconta all'Adnkronos Filippo Scorza, a.d. e cofondatore di Wecare, la società che gestisce il team di Amyko. Mentre Riccardo Zanini, oggi direttore operativo dell'azienda e cofondatore, preferisce definire il braccialetto più "un servizio che un prodotto, permette di condividere in tempo reale le informazioni di primo soccorso anche senza installare all'applicazione. Quando abbiamo ideato Amyko, volevamo concentrare l'attenzione su quello che doveva essere la tecnologia rapportata alla quotidianità". Risultato: un oggetto che raccoglie tecnologia moderna ma che non ha un limite che oggi è presente in tanti dispositivi: la durata della batteria. Amyko, infatti, non ha batteria. "Non emette alcun tipo di onde, non ci sono campi magnetici e non ha bisogno di alimentazione perché il chip Nfc si attiva solo se in presenza di uno smartphone o di un tablet che si connettono. Per questo motivo - dice Zanini - è sempre pronto all'utilizzo quando ce n'è veramente bisogno, una cosa che oggi è il gran limite dei wearable device che una volta scarichi non li puoi utilizzare. Insomma, è la medaglietta del militare 2.0".

Non ha misure, ha un cinturino modulare in plastica atossica

Grande attenzione è stata data al design di Amyko. Ad esempio, non ha misure, ce ne è una sola. Il cinturino è costituito da blocchi che si possono aggiungere o togliere fino a raggiungere la dimensione ideale. "Volevamo creare un dispositivo che non rientrasse in quella che oggi è la classica visione dei wearable device. L'idea del cinturino modulare - spiega Zanini - nasce da un'esigenza tecnica: non c'è limite di misura, non ci sono taglie. Lo costruisci a seconda del tuo polso".

Importante, poi, la scelta dei materiali con i quali Amyko è costruito: "Abbiamo fatto uno studio e scelto un materiale bicomponente, termoplastico completamente riciclabile e atossico. Permette di avere un'infinità di personalizzazioni a livello di colore". E non solo: "Oggi le maglie sono in gomma, ma stiamo studiandole in legno e in cuoio, così da permettere di usare il bracciale in momenti diversi: se faccio sport lo metto in gomma, se vado a una serata di gala - dice Zanini - lo metto in cuoio o legno".

Il funzionamento di Amyko è semplice: attraverso l'iscrizione al servizio si associa un braccialetto a un utente e alle sue informazioni pubbliche e private. Sul retro del dispositivo è inciso un codice univoco. Se inserito alla sua richiesta, su smartphone o tablet che non necessariamente devono avere installata l'applicazione, permette di visualizzare i dati che si è deciso di mostrare. Solo chi ha invece l'applicazione ed è autorizzato, invece, può entrare più nel dettaglio. Un accesso che può essere ad esempio permesso a babysitter, badanti, amici o le maestre a scuola. Oltre ai dati anagrafici e ai numeri di telefono da chiamare in caso di emergenza, c'è uno spazio libero nel quale si possono scrivere informazioni utili per chi soccorre il possessore di Amyko.

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