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Made in Italy: Apicoltori, tornano avvelenamenti acuti da insetticidi

22 gennaio 2015 | 15.40
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Api morte 'a mucchi', come non accadeva da tempo.

Made in Italy: Apicoltori, tornano avvelenamenti acuti da insetticidi

"In Italia sono ricomparsi gli avvelenamenti acuti da insetticidi, con api morte 'a mucchi', come non accadeva da tempo". A dare l'allarme il presidente dell'Associazione apicoltori lombardi, Claudio Vertuan, in una lettera agli assessori all'Agricoltura e alla Saluta regionali, resa nota in occasione del Congresso dell'apicoltura professionale, in corso a Bergamo fino a domenica. "Il fenomeno è di assoluta rilevanza -spiega- soprattutto considerando che, nel caso degli spopolamenti, molti apicoltori possono non aver percepito con tempestività l'accaduto: verosimilmente, quindi, gli alveari effettivamente colpiti sono molti di più".

"Senza nessun dubbio, tutto ciò -sottolinea- ha determinato un aggravamento dei già insufficienti livelli produttivi registrati. Sappiamo, inoltre, che situazioni analoghe si sono verificate in tutte le regioni dell'Italia settentrionale, in Toscana e in Campania".

"Tutto ciò accade pochi mesi dopo -ricorda- l'entrata in vigore dell'obbligo di lotta fitosanitaria integrata. Spesso contro parassiti considerati privi di impatto economico sulle produzioni, senza la minima traccia di valutazione dei livelli di infestazione e definizione delle soglie di danno, quando solamente il superamento di queste ultime giustifica il ricorso ai trattamenti insetticidi".

"Molte delle molecole -ricorda Vertuan- sospettate di essere la possibile causa degli avvelenamenti hanno azione sistemica e neurotossica; possono con facilità contaminare le api provocandone disorientamento e incapacità di coordinazione motoria. Anche a dosi subletali possono arrecare gravi danni alle colonie".

"Anche il monitoraggio nazionale -fa notare- dei residui di pesticidi nel polline condotto da Unione nazionale delle associazioni degli apicoltori italiani ha portato alla stessa conclusione: centinaia di campioni di polline, raccolto settimanalmente in aree a forte destinazione agricola, ma proveniente anche da flora spontanea, presentano residui di quasi tutte le molecole utilizzate".

"Le dosi subletali -continua- deprimono la vitalità e le difese delle colonie, potenziando in qualche caso la sensibilità alle malattie, come attestato ormai da numerosi studi scientifici a livello mondiale".

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