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Le mani dei Casalesi sull'ospedale di Caserta: 24 arresti. Cosentino il 'referente politico'

21 gennaio 2015 | 08.08
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Appalti truccati grazie all'appoggio di politici e amministratori pubblici. Il clan Zagaria prima 'protetto' dall'Udeur regionale poi, dal 2008 fino al suo arresto nel 2013, dal coordinatore del Pdl in Campania

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Agli arresti ventiquattro persone, tra Caserta, Napoli e Verona, numerosi sequestri di società e di beni. E' il bilancio dell'operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, gli agenti della Dia di Napoli.

L’inchiesta riguarda una serie di appalti truccati indetti dall’azienda sanitaria "S. Anna e S. Sebastiano" di Caserta e aggiudicati ad imprese del clan dei Casalesi, con l’appoggio di politici ed amministratori pubblici. Principale ''referente politico del sistema criminale" era l'ex sottosegretario all'Economia e coordinatore del Pdl in Campania, Nicola Cosentino, nel periodo che va dal 2008 fino al suo arresto del 2013.

Dalle indagini è emerso che il clan camorristico Zagaria, fazione del clan dei Casalesi operante nel comune di Casapesenna, era "pienamente operativo" all'interno dell'azienda ospedaliera "S. Anna e S. Sebastiano" di Caserta ed era in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici "in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa".

L'indagine, durata più di due anni, è stata supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali audio-video eseguite anche all’interno dell’ospedale casertano.

Secondo l’impostazione accusatoria condivisa dal gip, dalle attività investigative è emersa "una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria".

E' ritenuto centrale il ruolo svolto da Elvira Zagaria, sorella del noto boss ed ex primula rossa casalese Michele. A quest'ultima, a seguito dell'arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti derivanti dalle attività delle imprese del clan.

Nella lunga ordinanza compaiono anche i nomi del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ma nessuno dei due risulta indagato ed entrambi sono totalmente estranei alle accuse mosse dai pm. Il fatto, sottolineano il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo e il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, non ha rilevanza penale ma è "solo argomento di interesse giornalistico".

Il sodalizio criminale oggi disarticolato, così ricostruiscono la vicenda i pm partenopei, nasce nel 2006, quando Francesco Zagaria, cognato dell’allora latitante e in quel momento uno dei capi del clan dei Casalesi Michele Zagaria, "supportato politicamente dal segretario politico dell’Udeur regionale dell’epoca, riuscì a far nominare un suo uomo di fiducia quale dirigente generale del 'S. Anna e S. Sebastiano', Luigi Annunziata, recentemente scomparso". Da quel momento, secondo l’ordinanza cautelare, Francesco Zagaria assunse il controllo delle assegnazione dei lavori pubblici nell’ospedale casertano, dando vita ad un cartello di imprese mafiose ancora oggi operante.

Secondo la ricostruzione condivisa dal gip, nel 2006 vi fu "un duplice avvicendamento politico-mafioso" all’interno dell’ospedale di Caserta determinato "dall’implosione dell’Udeur e conseguentemente alla caduta del Governo Prodi": nel 2008 gli Zagaria "cercarono e trovarono la necessaria la necessaria copertura politica nel Pdl campano e, più in particolare, nel suo (allora) capo indiscusso, Nicola Cosentino, rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013".

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