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Criptovalute in Argentina

Argentina, non si dollarizza più. Meglio le criptovalute

30 aprile 2021 | 17.02
LETTURA: 2 minuti

Il mercato delle criptovalute "crypto" fiorisce in Argentina incoraggiato dall'elevata inflazione e dalla mancanza di dollari.

Argentina, non si dollarizza più. Meglio le criptovalute

E’ la stessa Binance a dare la misura di quello che sta accadendo in Argentina: negli ultimi 12 mesi il numero di utenti che investono in criptovalute si è moltiplicato per dieci e parliamo di un Paese con una propensione al risparmio molto bassa con una percentuale, il 42%, di abitanti che vive sotto la soglia delle povertà.

Inflazione e mancanza di dollari sono le cause di questa impennata e forse la nascita di un laboratorio in cui le verranno usate e non solo scelte per investimento. Infatti gli argentini sono abituati a “dollarizzare” i risparmi per proteggersi dall'inflazione e in mancanza di questi le criptovalute sono una buona alternativa anche perché sono ora in vigore restrizioni piuttosto severe che limitano l'acquisto mensile a 200 dollari senza contare i tassi di interesse ben più bassi rispetto all'inflazione galoppante. Questa necessità porta gli argentini a guardare con favore l’utilizzo non tanto di bitcoin, troppo volatile, quanto di monete più stabili, legate a un paniere di attività che include il dollaro come Theter o Ethereum.

Addirittura gli argentini utilizzano la criptovaluta come moneta complementare: con l’evoluzione delle piattaforme non c’è più bisogno di una profonda educazione finanziaria per questo l’economista argentino Sebastián Valdecantos ha creato una criptovaluta stabile che ora circola nelle fiere popolari di otto città argentine. Non è convertibile ma mantenendo la parità col pesos, aiuta a superare la mancanza di denaro nei settori più emarginati per generare circuiti economici locali solidali. Ci sono anche amministrazioni, come quella di Misiones, che stano valutando di pagare il riciclo dei rifiuti con criptovaluta che potrà poi essere applicata per azzerare le tasse locali.

Anche le aziende internazionali osservano con interesse questo fenomeno e la canadese Bitfarms ha dichiarato che prevede l’istallazione della sua più grande ”farm” proprio nella Terra del Fuoco, favorita anche dal costo di energia molto più basso.

Assieme all’Argentina, anche il Venezuela registra grandi crescite nell’utilizzo di criptovalute, guarda caso entrambi con un'inflazione alle stelle, ma anche una politica sbagliata dove le iniziative di stimolo promosse in molti settori hanno svalutato la valuta e favorito quindi la penetrazione degli asset digitali la cui scarsità lo trasforma in oro digitale".

L’economista e professore argentino Marco Zocaro è un forte sostenitore del bitcoin come soluzione alla crisi economica e ritiene necessaria una regolamentazione fiscale per permettere alle criptovalute un vero salto di qualità, mentre il più grande esperto della materia in argentina è Sebastián Valdecantos, docente universitario con importanti esperienze anche in Europa, il quale auspica una criptovaluta di Stato: “il meglio che possiamo fare è emettere la proprie criptovalute, lo ha fatto la Cina e il Regno Unito la sta studiando”, afferma l’argentino ma senza perdere l’anima centralista: “Poiché il mondo tende a digitalizzare e i pagamenti in contanti vengono lasciati indietro, se lo Stato non costruisce la propria infrastruttura, cederà potere, perché le aziende alla fine gestiranno tutte le transazioni. Troppo pericoloso”.

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