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Mafia: arresti Dia, vittima violenza sessuale 'Così il boss mi chiese di spogliarmi'

04 marzo 2019 | 17.27
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La Dia durante la conferenza stampa
La Dia durante la conferenza stampa

(di Elvira Terranova) E' un racconto difficile, interrotto a tratti da un lungo silenzio o dalle lacrime, quello della donna molestata sessualmente da Antonio Massimino, il capomafia agrigentino arrestato all'alba di oggi dalla Dia nell'ambito dell'operazione che ha portato in carcere 34 persone. La donna nell'ottobre 2018 era stata prelevata da un complice e accompagnata in un magazzino dove ad attenderla c'erano Massimino con il suo compagno, 'colpevole' di avere acquistato una macchina, una Fiat 500 con un assegno a vuoto da un amico del boss.

"Si è presentato presso la mia abitazione Gabriele, il quale mi ha costretta a salire in macchina con lui. Mi sono sentita forzata perché era ormai chiaro il fatto che mio marito potesse correre un grave pericolo e per evitare che gli succedesse qualcosa ho dovuto acconsentire alla richiesta di Massimino di raggiungerlo", racconta la donna visibilmente alterata agli inquirenti.

"Dopo pochi minuti, a bordo dell'autovettura Citroen Cs, Gabriele mi ha accompagnata presso un magazzino con la porta rossa in ferro, ubicato al termine della scalinata che da via Bac Bac conduce alla zona del Duomo, che so essere di proprietà di Gabriele - continua la donna - Un volta entrata all'interno ho trovato Massimino ed il mio convivente seduto in un angolo. Sul tavolo ho notato un consistente quantitativo di cocaina e due pistole. Era evidente che sia Massimino che il mio convivente avessero assunto della sostanza stupefacente; in particolare, Massimino era visibilmente alterato".

'Mi ha chiesto più volte di spogliarmi e di avere un rapporto sessuale'

"Quest'ultimo mi ha invitata ad assumere della cocaina, ma ho rifiutato asserendo che non avevo mai fatto uso di quel tipo di sostanze e non avevo nessuna intenzione di cominciare. In seguito, Massimino ha cominciato ad insultare me e mia madre. Poi ha preso a palpeggiarmi palesando l'intenzione di avere un rapporto sessuale con me. Mi ha chiesto più volte di spogliarmi". E ancora. "Mi ha insultata e mi ha tolto la sciarpa che indossavo chiedendomi insistentemente di togliere anche la maglietta. Cosa che io mi sono rifiutata di farei nonostante ciò provava a togliermela lui con violenza". Il racconto si fa più crudo. La donna entra in particolari intimi drammatici. "L'ho invitato più volte a smettere. Ma lui continuava a palpeggiarmi (...) poi mi ha dato un bacio sulla fronte e rivolgendosi al mio compagno ha detto: "vedi se voglio posso continuare senza problemi". E mi baciava sulle labbra".

"Per lungo tempo, ho cercato di calmarlo e di farla desistere in tutti i modi dal suo intento - prosegue il drammatico racconto della donna - Solo intorno alle ore 19-19.50, Massimino ha deciso di porre fine a tale situazione, presumo anche perché doveva rientrare a casa per via degli obblighi derivanti dalla sorveglianza speciale alla quale è sottoposto. Così, Massimino e Gabriele ci hanno riaccompagnati a casa, ma Massimino ha trattenuto per se una copia delle chiavi di casa restituendocele solo il pomeriggio del giorno dopo".

"Prima di lasciarci, Massimino ha imposto al mio convivente che, d'ora in poi, avrebbe dovuto compiere le truffe su sua indicazione. In cambio, Massimino ci avrebbe procurato un'abitazione nella quale vivere". E prosegue: "Le violenze verbali e fisiche che ho subito da Massimino oltre a generare in me un forte stato di ansia e di paura, mi hanno fatto sentire umiliata e violata nella mia intimità. Tuttora, vivo nel timore che Massimino possa portare a compimento le sue minacce".

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