di Francesco Maggi
Con il ponte dell'Immacolata parte la 'guerra' tra i film di Natale. Per capire se il fenomeno cinematografico e sociale dei cinepanettoni è ancora in salute, abbiamo interpellato un nutrito gruppo di addetti ai lavori: registi, attori (Massimo Boldi, Enrico Oldoini, Volfango De Biasi, Paolo Ruffini, Herbert Ballerina) e critici cinematografici. A loro abbiamo chiesto se la formula della commedia natalizia, nata con il primo 'Vacanze di Natale' (1983), è ancora vincente. Tra dicembre e gennaio usciranno tante commedie 'made in Italy' che aspirano ad accaparrarsi una bella fetta degli incassi che si realizzano sotto l'albero, occupando durante le festività molti dei 3500 grandi schermi italiani.
"Il termine cinepanettone è stato coniato 20 anni fa da un giornalista - racconta all' AdnKronos Massimo Boldi , protagonista nelle sale con 'Un Natale al Sud' - io non l'ho gradito tantissimo, De Laurentiis un po' di più e Christian (De Sica n.d.r.) un po' forse. Il genere è stato pian piano costruito sopratutto sugli attori rispetto alle storie. Io e Christian abbiamo 'fatto' il genere, poi noi abbiamo avuto un periodo difficile e io mi sono separato da lui. Abbiamo continuato - aggiunge l'attore - a sfornare dei prodotti di largo consumo e natalizi. Se bisogna rinnovarlo? Io credo che con 'Un Natale al Sud' abbiamo portato una novità al genere raccontando una cosa attuale: gli incontri via internet e l'amore ai tempi dei social network. Uno degli autori è Paolo Costella già tra gli è sceneggiatori di 'Perfetti Sconosciuti', che ha avuto grande successo. La garanzia di una scrittura molto divertente".