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Traffico di migranti, un pentito: "Chi non aveva soldi ucciso per gli organi"/Video

04 luglio 2016 | 07.35
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Immagine di repertorio (Afp) - AFP
Immagine di repertorio (Afp) - AFP

Chi non aveva i soldi per affrontare il viaggio in barca per l'Italia "veniva ucciso, gli venivano prelevati gli organi che poi venivano venduti ad alcuni mercanti d'organi egiziani". E' l'agghiacciante retroscena che emerge dall'operazione 'Glauco 3' della polizia, che all'alba di oggi ha portato ai provvedimenti di fermo di 38 persone, tra cui un italiano, in diverse città.

E' stato un collaboratore di giustizia a raccontare i particolari di questo presunto traffico di organi, sul quale, precisa il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, non ci sono "elementi di riscontro". "E' una dichiarazione di un fatto appreso da altri, pertanto - spiega - è difficilmente riscontrabile. Sono indicazioni che il collaboratore dichiara di avere ricevuto ma che allo stato non possono essere confermate da nessun dato concreto". Il pentito "riferisce di averlo saputo - aggiunge il Procuratore aggiunto Maurizio Scalia - dai due principali trafficanti di esseri umani, uno dei quali è latitante e l'altro è in Libia .

Già nell'operazione 'Glauco 2', che aveva portato all'arresto di 24 persone, il collaboratore di giustizia, un trafficante eritreo arrestato nel 2015, aveva aiutato i magistrati di Palermo a fare luce su un traffico di esseri umani. Subito dopo avere deciso di parlare con i magistrati, l'ex trafficante di esseri umani aveva messo a verbale: "Ho deciso di collaborare perché ci sono stati troppi morti ed in particolare quelli di Lampedusa del 3 ottobre 2013, su cui io non c'entro nulla ed anche numerosi altri. Anzi preciso che i morti di cui si viene a conoscenza sono una minima parte tant'è che in Eritrea otto famiglie su dieci hanno avuto delle vittime dovute ai viaggi dei migranti".

Gli indagati fermati oggi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, all’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria, nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tutti aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio criminoso.

Il 'covo' dei trafficanti di esseri umani era una profumeria di Roma che si trova nei pressi della stazione Termini. E' qui, secondo gli inquirenti della Dda di Palermo, che scorreva il flusso di denaro per gli sbarchi di migranti. Nel corso dell'operazione 'Glauco 3' sono stati sequestrati diversi esercizi commerciali, ma anche quote societarie e la profumeria romana. All'interno dell'esercizio commerciale sono stati sequestrati, durante un controllo, il 13 giugno, 526.000 euro e 25.000 dollari in contanti, ma anche un vero e proprio 'libro mastro' contenente diversi nominativi. Un altro riferimento per i trafficanti era un bar di Palermo.

Nel corso delle indagini, svolte dalle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento e dal Servizio Centrale Operativo, "è stata ricostruita la struttura organizzativa di un pericoloso network criminale e sono stati individuati ingenti flussi di denaro, provento del traffico di migranti - dicono gli investigatori - è stata individuata la centrale delle transazioni finanziarie effettuate tramite'hawala'" nell'esercizio commerciale di Roma.

Le indagini hanno permesso di "evidenziare diverse modalità utilizzate dal sodalizio per far arrivare i migranti sul territorio nazionale, non solo via mare, ma anche tramite falsi ricongiungimenti familiari". Venivano inscenati anche finti matrimoni con cittadini compiacenti che permettevano ai trafficanti di uomini di fare arrivare i migranti dal centro Africa fino al Nord Europa. Il tutto in cambio di soldi, di molti soldi. Ogni finto matrimonio costava dai dieci ai quindici mila dollari. E’ emerso, altresì, che i principali indagati "gestivano anche una fiorente attività di traffico internazionale di stupefacente del tipo catha o qat, droga importata dall’Etiopia, inserita per la legislazione italiana tra le droghe pesanti".

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