(Aki) - Fa bene alla salute, in un Paese dove il 75 per cento delle donne è obeso. Ma farebbe male allo spirito, secondo i religiosi radicali che collegano lo sport femminile all'infedelta' e alla prostituzione. E' così che il dibattitto sull'introduzione dell'educazione fisica per le studentesse delle scuole gestite dal governo ha scatenato un acceso dibattito in Arabia Saudita, dove il Consiglio della Shura (formato per un quinto da donne) ha consigliato all'esecutivo di introdurre lo sport nel rispetto della Sharia, la legge islamica, negli istituti statali. Lo riferisce l'agenzia di stampa ufficiale Saudi Press, che sottolinea la necessita' di rispettare le linee guida sull'abbagliamento e sulla divisione tra sessi nel rispetto dell'applicazione della Sharia nel Regno.
Il prossimo passo, ha spiegato il segretario generale del Consiglio superiore dell'Istruzione Mohammed al-Saleh a makkahnewspaper.com, sara' quello di reclutare dall'estero istruttori sportivi. Il primo passo, invece, l'anno scorso era stato quello di introdurre l'educazione femminile nelle scuole femminili private, mentre ora il provvedimento riguarda gli istituti statali. Una decisione accolta favorevolmente da organismi internazionali, come Human Rights Watch e il Comitato olimpico. Ma che all'interno del Paese ha registrato reazioni contrastanti. (segue)