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AstraZeneca e seconda dose, i medici: "Su richiamo decidiamo noi"

14 giugno 2021 | 14.38
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Anelli, presidente Fnomceo: "I vaccini non sono giocattoli. Il cittadino può accettare o meno la decisione che spetta comunque al dottore"

(Fotogramma)
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Tema caldo al centro del confronto tra gli esperti la seconda dose del vaccino anti Covid dopo aver effettuato la prima con AstraZeneca. "Questa volta non sono d'accordo con Garattini, che stimo come farmacologo, ma così aggiungiamo confusione a confusione" dice all'Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), commentando quanto proposto dal farmacologo Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Irccs Mario Negri, che ha suggerito per il richiamo di essere "pragmatici e lasciare ai cittadini la scelta della dose, proprio per aumentare la copertura vaccinale".

"I vaccini non sono giocattoli - scandisce Anelli - come i farmaci hanno effetti collaterali come abbiamo imparato e prevedono una prescrizione medica, quindi una responsabilità per la decisione assunta di cui il medico risponde in sede civile e pensale. Il cittadino può accettare o meno la decisione del medico, ma il ragionamento su quale vaccino deve prendere per il richiamo spetta al dottore".

"Sono fermamente convinto, e su questo appoggio la riflessione di Garattini - prosegue Anelli - che le decisioni in tema di salute debbano essere approvate dal cittadino. Il medico deve essere chiaro e spiegare in modo semplice. Ma la proposta, ripeto, deve arrivare dal medico. La cosa che ci ha insegnato l'esperienza pandemica - ricorda - è che i vaccini possono avere dei rari effetti avversi, i medici sanno come gestire questa cosa e lo fanno in Italia ogni minuto assumendosi tutte le responsabilità. Affidare ai cittadini la scelta o stravolgere competenze che per legge non spettano ad altri professionisti sarebbe un errore. Sarei molto preoccupato, ad esempio, per quello che potrebbe accadere con le vaccinazioni in farmacia, se dovessimo abdicare a questo principio".

Quanto alle mascherine, "credo che entro fine mese si possa ragionare sullo stop all'obbligo della mascherina all'aperto. Sono ottimista, soprattutto in quelle Regioni in zona bianca dove i casi sono davvero pochi" auspica il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici. "C'è un miglioramento epidemiologico evidente - sottolinea - e siamo in una fase in cui abbiamo un abbattimento della mortalità dei nuovi casi".

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