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Aumento bollette, Confindustria: "Stato tagli Iva e accise"

23 settembre 2021 | 11.21
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Bonomi: "Ansiosi di comprendere come il Governo tenterà di arginare questi aumenti affinché non si traducano in una stangata per le famiglie"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Aumento bollette 2021, lo Stato rinunci almeno in via temporanea ai "massicci proventi" che gli giungono dalla tassazione sui prodotti energetici. Lo auspica il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, nella sua relazione all'assemblea 2021, riguardo all'"aumento vertiginoso" dei prezzi energetici, "con il barile di petrolio passato dai 19 dollari di minimo ad aprile 2020, ai 73 attuali, e il corrispettivo proporzionale aumento del prezzo del gas. I massicci piani di accelerazione annunciati dall’Unione Europea per la sostenibilità ambientale hanno, intanto, fatto quasi decuplicare il prezzo dei certificati di emissione della CO2".

"Siamo ansiosi di comprendere come il Governo tenterà di arginare questi aumenti affinché non si traducano in una stangata per le famiglie italiane: è ovvio che per noi la miglior soluzione temporanea sarebbe una rinuncia dello Stato ai suoi massicci proventi attraverso Iva e accise, che gravano su energia e combustibili" sottolinea il presidente degli industriali.

Nel ricordare che "la Cina ha avviato un poderoso programma di riaccentramento delle proprie risorse basando la sua economia non più sull’export ma sul proprio mercato interno" Bonomi rileva anche "i mille segnali sul rischio crescente rappresentato dalla nostra dipendenza, italiana ed europea, in campo tecnologico ed energetico. La carenza di semiconduttori blocca già a singhiozzo da mesi la piena produzione di molti settori, a cominciare dall’automotive" sottolinea.

"Il costo della transizione energetica per l’Italia potrebbe superare i 650 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. Per quanto importanti siano i fondi che il Pnrr dedica alla transizione energetica, sono solo il 6% del totale necessario", ha affermato ancora Bonomi indicando che "quasi il 94% lo devono investire le imprese. Ma se al contempo devono fronteggiare gli spiazzamenti tecnologici e di produzione, tutto diventa difficilmente realizzabile".

"Per questo, sul fronte nazionale, queste transizioni vanno accompagnate da misure che sostengano investimenti qualificati, nazionali ed esteri, come quelli in ricerca e sviluppo e in digitale, onde evitare che tra i nostri stessi partner l’industria italiana resti ai margini" è l'auspicio di Bonomi.

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