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Avastin-Lucentis, Procura Roma ipotizza aggiotaggio. Zingaretti: '60 mln euro danni'

06 marzo 2014 | 13.22
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Avastin-Lucentis, Procura Roma ipotizza aggiotaggio. Zingaretti: '60 mln euro danni'

Roma, 6 mar. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Aggiotaggio e truffa aggravata. Sono i reati che la Procura della Repubblica di Roma ipotizza nel fascicolo dell'indagine sui medicinali per impiego oculistico, Avastin e Lucentis prodotti dalle società Roche e Novartis.

"Se fosse vero sarebbe un fatto molto grave e se la Procura di Roma aprirà un'inchiesta la Regione si costituirà parte civile. Abbiamo valutato che il danno per la Regione sarebbe di 60 mln di euro". Ad affermarlo è il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, riferendosi alla multa dell'Antitrust alle case farmaceutiche Roche e Novaritis, accusate dall'autorità di aver posto in essere un cartello per condizionare le vendite del farmaco Lucentis, più costoso, rispetto all'Avastin, low cost. "Quanto avvenuto - prosegue - ripropone il grande tema della riforma dell'Aifa. Facciamo appello al Governo e a Renzi che, anche alla luce di questo provvedimento dell'Antitrust, si sia tutti impegnati nella verifica di quanto accaduto, ma ritorna impellente il tema della riforma dell'Aifa".

"Sul tema dei farmaci off-label (farmaci utilizzati al di fuori dell'indicazione per cui sono stati approvati, ndr) ho chiesto parere al Consiglio superiore di sanità per capire se ci sono margini di riforma. Ricordiamo che questo tipo di procedura nasce con il caso Di Bella. L'Antitrust dice che lì c'è stato accordo tra le due società. A me interessa sapere se Avastin è più sicuro di Lucentis e dall'altra parte capire se ci sono marginI per modificare la norma sugli off-label". Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Intanto il Codacons passa alle vie legali, e annuncia una denuncia alla Corte dei conti contro l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e una class action "in favore dei consumatori danneggiati dal cartello posto in essere dalle due aziende". "Ancora una volta - spiega l'associazione - l'Aifa finisce nell'occhio del ciclone per i suoi comportamenti omissivi sul fronte dei controlli, che hanno prodotto un danno al sistema sanitario nazionale. Abbiamo deciso di chiedere alla Corte dei conti di accertare il maggior esborso a carico dello Stato derivante dal mancato intervento dell'Agenzia sui farmaci Avastin e Lucentis, e di procedere verso i responsabili in caso di danni certi per il Ssn. Alla luce dei fatti, ci aspettiamo inoltre le dimissioni immediate dei vertici Aifa". Ma l'Agenzia del farmaco sarà anche destinataria, assieme a Novartis e Roche, di una class action attualmente allo studio dell'associazione. "Stiamo valutando la possibilità di intentare un'azione collettiva contro l'Aifa e le due società coinvolte nello scandalo, finalizzata a far ottenere ai consumatori costretti ad acquistare il farmaco per la vista a un prezzo molto più alto, il rimborso delle maggiori somme pagate a causa del cartello anticoncorrenziale - spiega il presidente Carlo Rienzi - Ci costituiremo inoltre nelle inchieste aperte a Roma e Torino allo scopo di difendere gli interessi dei cittadini italiani".

"La decisione dell'Antitrust, se fosse confermata in tutti i suoi contenuti dopo i vari gradi di giudizio, mostrerebbe una situazione di gravità estrema, perché sarebbero state illecitamente sottratte risorse importanti al nostro Ssn, che invece avrebbero potuto essere utilizzate per garantire riduzione dei ticket, dei costi privati, innovazione e continuità delle cure. Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato vigilerà sul prosieguo della situazione, e ha attivato i suoi consulenti per tutelare in tutte le forme possibili i diritti dei cittadini e il Servizio sanitario pubblico". A dirlo è Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. "Molti pazienti - aggiunge Aceti - avrebbero invece necessità di accedere a terapie innovative, possibilità troppo spesso preclusa dalle risorse limitate, dal peso economico importante, e dai costi elevati. Sono diversi gli esempi possibili: i farmaci innovativi per la terapia della epatite C, arrivati in Italia con 2 anni di ritardo rispetto ad altri Paesi Ue e con una estrema difformità a seconda del luogo di residenza. Questo discorso vale anche per molti pazienti affetti da patologie oncologiche o croniche, come ad esempio, quelle reumatologiche, cardiovascolari, diabetiche e per le patologie rare. Tutta questa situazione evidenzia ancora una volta la necessita' di maggiore trasparenza, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di tutela dei cittadini e dei pazienti all'interno dei processi di valutazione e rimborsabilità dei farmaci nel nostro Paese".

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