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Bagnoli (Sammontana): 'Estate da record, ma in rosso per aumenti'

Malgrado il taglio dei costi, l’azienda continua a puntare su sostenibilità e qualità dei prodotti

Leonardo Bagnoli, amministratore delegato di Sammontana
Leonardo Bagnoli, amministratore delegato di Sammontana
11 ottobre 2022 | 17.00
LETTURA: 3 minuti

Una estate con numeri da record vanificata dalla crisi energetica. E' ciò che sta accadendo a Sammontana, storica azienda alimentare italiana specializzata nella produzione di gelati e prodotti dolciari da freezer, che dopo una estate con numeri ben superiori ai livelli pre pandemia, sarà costretta a chiudere il bilancio in rosso. "Le vendite i numeri di quest’anno -spiega all'Adnkronos l'amministratore delegato di Sammontana, Leonardo Bagnoli- sono stati migliori rispetto al 2020 e al 2021: nel canale bar abbiamo registrato volumi che si avvicinano a quelli del 2019 e per quanto riguarda la grande distribuzione le vendite hanno fatto registrare un incremento di volumi rispetto all'anno scorso, determinando l’aumento della quota di mercato per Sammontana. Posso quindi affermare che è stata un’ottima estate". Peccato però che "i buoni risultati siano stati letteralmente vanificati dall'incremento del costo di materie prime ed energie, aumentati di quattro volte rispetto al 2021. E per questo chiuderemo il bilancio in perdita, nonostante una stagione di vendite decisamente positiva".

L'azienda, fondata nel 1948 a Empoli, dove tuttora ha la sua sede, opera in un settore dove l'energia e le materie prime rivestono un ruolo determinante: "Come molte altre aziende -afferma Bagnoli- stiamo affrontando la situazione attuale cercando di non perdere di vista uno dei valori principali che guidano le nostre attività, ossia garantire la qualità del prodotto ai nostri consumatori". Questo obiettivo rappresenta "da sempre il faro per le nostre scelte aziendali". Oggi, però, "acquistiamo le materie prime imprescindibili per il nostro business, come ad esempio latte, burro, margarina e la carta per gli imballaggi pagando prezzi aumentati in modo esponenziale". E allora "cerchiamo di tagliare su tutti i costi che non impattano sulla qualità dei prodotti".

Per quanto riguarda l’energia, in particolare, "possiamo contare su investimenti fatti in passato, come ad esempio i pannelli fotovoltaici o i cogeneratori, che però non sono sufficienti per coprire completamente il nostro fabbisogno energetico"; per questo "stiamo studiando azioni e soluzioni diversificate che ci permettano di andare avanti in modo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista economico". Ora, "dubbi e preoccupazioni maggiori sono rivolti al 2023, perché i prezzi dell’energia non sembrano al momento voler scendere e se restassero a questi livelli o continuassero ad aumentare, le perdite sarebbero ancora più consistenti impattando fortemente su di noi e più in generale sulle imprese italiane". Dunque, se non verranno presi provvedimenti, l'intera economia potrebbe essere a rischio.

"Ci aspettiamo che il governo continui a portare azioni concrete e tempestive per evitare che il costo dell’energia impoverisca ulteriormente le persone e le imprese italiane", auspica Bagnoli. Del resto, "le conseguenze del conflitto in Ucraina hanno acuito una situazione che era già instabile ben prima dello scoppio della guerra. In questo contesto, a giocare un ruolo negativo, concorre anche l'aumento dei tassi di interesse che porta le aziende a soffrire anche da un punto di vista finanziario". Ecco perché, conclude, "le istituzioni sono chiamate in primis a trovare soluzioni affinché non venga minata ulteriormente la stabilità dell’economia".

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