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Banca Etruria, al via processo su consulenze d'oro: tra imputati padre Boschi

04 marzo 2021 | 15.44
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Udienza aggiornata al 31 marzo per la decisione sulla costituzione delle parti civili

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Al via al Tribunale di Arezzo il processo sulle cosiddette consulenze d'oro nell'ambito dell'inchiesta sul crac di Banca Etruria, che vede tra i 14 imputati anche Pierluigi Boschi, padre della ex ministra Maria Elena, capogruppo Iv alla Camera. A tenere banco nell'udienza di oggi sono state le schermaglie legali sull'ammissione delle parti civili. Il giudice Ada Grignani ha aggiornato l'udienza al 31 marzo, quando verrà resa nota la decisione sulla costituzione delle parti civili.

Il processo si svolge nella Sala dei Grandi del Palazzo della Provincia di Arezzo e non nelle aule del palazzo di giustizia aretino perchè non ritenute idonee al rispetto della normativa anti Covid.

Il procedimento che riguarda le consulenze d'oro è stato l'ultimo filone d'inchiesta aperto dal pool di magistrati della Procura di Arezzo, guidato dal procuratore capo Roberto Rossi, che si è occupato delle vicende che portarono al dissesto di Banca Etruria. Con Pier Luigi Boschi sono chiamati in causa, nel procedimento aperto per bancarotta colposa, tredici tra ex dirigenti e consiglieri del cda che ratificò quegli incarichi: Alessandro Benocci, Rosanna Bonollo, Claudia Bugno, Daniele Cabiati (ultimo direttore generale della banca), Carlo Catanossi, l'ex vicedirettore Emanuele Cuccaro, Giovanni Grazzini, Alessandro Liberatori, Luigi Nannipieri, Luciano Nataloni, Anna Maria Nocentini Lapini, Claudio Salini e Ilaria Tosti.

Le consulenze finite nel mirino della Procura sono quelle che vennero affidate per valutare, analizzare e poi avviare il processo di fusione con un istituto di elevato standing. Le autorità bancarie, infatti, avevano richiesto di approfondire la possibilità di una fusione con la Banca Popolare di Vicenza, operazione che poi non si concretizzò. Per sondare la prospettiva di tale fusione, però, stando agli elementi raccolti durante le indagini, furono affidati incarichi per circa 4milioni e mezzo di euro, in un arco temporale compreso tra il giugno e l'ottobre 2014, a grandi società, come Mediobanca, o conosciuti studi legali di Roma, Milano e Torino.

Secondo l'accusa, fu tenuta una condotta imprudente, con i vertici della banca che non avrebbero vigilato sulla redazione di quelle consulenze, ritenute dagli inquirenti in gran parte inutili e ripetitive.

Nell'udienza di questa mattina uno dei legali della difesa degli imputati, l'avvocato Alessandro Traversi, ha chiesto l'esclusione di tutte le parti civili sostenendo che "la legge fallimentare prevede la costituzione di parti civili in presenza del reato di bancarotta fraudolenta e non semplice come in questo filone". Di diverso avviso i legali che invece hanno presentato la richiesta di costituzione di parte civile per conto di ex risparmiatori e azionisti di Banca Etruria.

Nelle prossime settimane la Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo ospiterà anche le udienze dell'altro filone principale dell'inchiesta sul crac di Banca Etruria, quello che riguarda la bancarotta fraudolenta e semplice e che vede 25 imputati, tra ex componenti del consiglio di amministrazione e manager.

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