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Bando contro musulmani, prima vittoria per Trump

26 giugno 2017 | 17.45
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Donald Trump incassa una prima, importante dal punto di vista simbolico anche se parziale, vittoria nella battaglia legale per il suo travel ban , da mesi bloccato dai giudici federali. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti permesso la reintroduzione di una versione ridotta dell'ordine esecutivo con cui la Casa Bianca ha cercato di bloccare l'ingresso nel Paese di cittadini di sei Paesi musulmani.

Trump e il 'travel ban', tutte le tappe

La Corte - nella quale siede dallo scorso aprile Neil Gorush, il giudice nominato da Donald Trump e confermato dal Senato solo dopo che i repubblicani hanno forzato la mano cambiando le procedure di voto - infatti ha accettato che il divieto venga imposto ai cittadini di Libia, Iran, Somalia, Sudan, Siria e Yemen a meno che non possano "rivendicare in modo credibile una relazione di fiducia con una persona o un'organizzazione negli Stati Uniti".

E in assenza di uno sponsor verrà anche bloccato l'ingresso di tutti i rifugiati nel Paese. Le nuove misure potranno entrare in vigore entro 72 ore e avranno valore dai 3 mesi. La Corte ha poi accettato di ascoltare gli argomenti sulla legalità dell'intero bando il prossimo autunno, a partire dal primo lunedì di ottobre, permettendo quindi a parti del divieto di essere in vigore per l'intera estate.

"E' spiacevole che i cittadini dei Paesi nella lista che non abbiano mai partecipato ad alcun atto terroristico contro gli Stati Uniti siano puniti per atti di terrorismo commessi, invece, da cittadini di altri Paesi che non figurano nell'elenco". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, commentando la decisione presa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Il 'travel ban' "non aiuta, non incrementa la sicurezza di nessuno", ha aggiunto il ministro degli Esteri iraniano, parlando con i giornalisti al termine di un incontro a Berlino con il suo omologo tedesco, Sigmar Gabriel.

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