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Edilizia: a km zero e basso consumo, dalla stampa 3D la casa del futuro

16 gennaio 2015 | 15.25
LETTURA: 4 minuti

Massimo Moretti, fondatore di WasProject, racconta all'Adnkronos la sua visione: "La stampante 3D è lo strumento per offrire la possibilità agli uomini di dare forma ai propri progetti"

(foto WasProject)
(foto WasProject)

A forma di conchiglia, albero e fungo. Le case avranno sempre più un design libero, saranno a basso costo e non inquinanti grazie alle stampanti 3D: è questo il futuro dell'edilizia. Parola di Massimo Moretti, fondatore di WasProject, che all'Adnkronos racconta la sua visione: quella di "dare forma ai progetti".

L'azienda romagnola di Massa Lombarda nasce e cresce da sola, cioè si autofinanzia, "vendendo macchine che stampano materiali diversi, tipo mais, polimeri plastici tradizionali e, caso unico al mondo, porcellana, per fare artigianato digitale (scultura, arte, gioielli...) o prototipi sulle plastiche", spiega Moretti. Da qui parte lo sviluppo per apparecchiature più grandi che possono arrivare a stampare anche abitazioni.

Al momento ha già preso forma la Big Delta da sei metri. Mentre la Giga Delta di 12 metri sarà pronta tra circa due mesi. "La macchina è sempre la stessa e cresce con noi a seconda delle risorse", prosegue. Il risultato finale è "un sistema robotizzato a basso consumo e a basso impatto, facile da trasportare e da montare in poche ore, che può depositare e dare forma ai materiali, preferibilmente quelli che si trovano sul posto e quindi a km zero". L'obiettivo è "fare oggetti, come le case, con i materiali reperiti sul territorio". Come "argilla e paglia e con più o meno calce".

"Quello che è veramente rivoluzionario in questo approccio - precisa Moretti - è che la forma che attualmente si ottiene a costo di grandi sacrifici, viene data grazie a un consumo di energia bassissimo, al massimo due kilowatt". Il che consente di lavorare anche in contesti ambientali difficili, come in Africa, e dove non c'è la possibilità di allacciarsi all'energia elettrica industriale.

Non solo case. "Abbiamo presentato per Expo 2015 il progetto per una piccola unità autosufficiente - spiega - da una parte la casa, da un lato un sistema di coltivazione verticale e dall'altro un rifugio per animali. Il tutto costruito con terra, paglia e po' di calce". Alla fine "avremo un'idea di costruzione e di vita completamente diverse. Perché la macchina permette di dar forma ai progetti e i progetti sono replicabili. Tutte le conoscenze sono così trasportabili, la stampante si chiude, si mette in un furgone, il progetto sta in una chiavetta e il sistema si può spostare da una parte all'altra del mondo anche portando piccole migliorie". Una visione che tiene conto di un dato fondamentale. "Nei prossimi 15 anni serviranno case per quattro miliardi di persone", sottolinea il fondatore di Wasp.

La Giga Delta di 12 metri, dunque, sarà pronta tra due mesi. "Poi ci sarà il collaudo, la progettazione delle forme, lo studio dei materiali. Abbiamo già molti candidati come università, centri di ricerca che si sono proposti per lo sviluppo e il test della macchina", prosegue Moretti che stima un costo intorno ai "40-50mila euro". "Come acquirenti - dice - pensiamo ad aziende di costruzione, alle onlus e agli Stati". Considerato che queste stampanti possono essere impiegate "per fare abitazioni di emergenza, antisismiche, provvisorie, per campi profughi, favelas...".

"Quando la macchina verrà stabilizzata diventerà il modo di costruire del futuro - sottolinea Moretti -. I clienti saranno i piccoli artigiani, che ora usano badili e cazzuole, e che in futuro costruiranno con queste stampanti. Quindi tutte le aziende che fanno edilizia useranno queste macchine".

Un modo diverso di lavorare e un'idea diversa di abitare: "Le case cominceranno ad avere design libero: a forma per esempio di conchiglia, albero, fungo... Ogni idea potrà prendere forma e tutta l'edilizia cambierà". Perché, sottolinea, con questo approccio della stampa 3D "si parla di autoproduzione: ogni singolo può prodursi le cose che vuole. Stampare le case è il confine che stiamo percorrendo ma anche stampare oggetti di arredamento, arte o gioielli è una forma di libertà che deriva dal giusto utilizzo della stampa 3D. La macchina è lo strumento per offrire la possibilità agli uomini di dare forma ai propri progetti".

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