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Bibbia e silenzio, la vita di Igor in cella

04 gennaio 2018 | 12.25
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Norbert Feher alias Igor il Russo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Norbert Feher alias Igor il Russo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Non parla con nessuno, resta chiuso in cella, e salta persino l'ora d'aria in cortile. In compenso, però, ha chiesto di tenere con sé una copia della Bibbia. Trascorre così le sue giornate in carcere Norbert Feher, alias Igor il Russo, il criminale serbo arrestato in Spagna il 15 dicembre scorso al termine di un conflitto a fuoco con la Guardia Civil, dopo aver assassinato un agricoltore e due agenti in una fattoria tra Albalate del Arzobispo e Andorra (Teruel).

Dallo scorso 20 dicembre il killer di Budrio vive confinato in una cella di massima sicurezza nel penitenziario di Zuera (Saragozza), dopo aver trascorso un breve periodo, appena tre giorni, nel carcere di Teruel. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo 'Heraldo de Aragon', che cita fonti della polizia penitenziaria, da quando è arrivato, Feher non avrebbe mostrato alcun interesse nel socializzare con gli altri detenuti. Non ha neanche chiesto di fare una telefonata all'avvocato o ai familiari. Niente.

Nel super carcere di Zuera a Saragozza, durante il giorno, Feher viene controllato a vista 24 ore su 24 da quattro funzionari con i quali non ha mai nessun contatto. Capisce perfettamente lo spagnolo ed è persino in grado di parlarlo, ma preferisce il silenzio. Tutto ciò che ha chiesto è una copia della Bibbia da poter leggere in cella.

Inoltre, sebbene sia autorizzato a uscire in cortile due ore al giorno, come fanno gli altri 23 detenuti di Zuera, Igor non sembrerebbe intenzionato a farlo. Da quando è arrivato nel penitenziario, racconta il quotidiano spagnolo, Feher non ha mai messo il naso fuori dalla cella. Nella sua stanza, dove mangia tre volte al giorno, possono entrare i libri presi in prestito dalla biblioteca e gli è concessa anche una televisione.

La porta d'ingresso alla cella è in metallo e si chiude dal posto di guardia. Nella stanza di Feher si trova un letto, fissato alla parete, con un materasso di spugna, il wc, un lavabo, uno specchio di plastica attaccato alla parete e alcune mensole. Unica fonte di luce è una finestra apribile, che è protetta dalle sbarre. Feher è inoltre sorvegliato tramite uno spioncino in vetro blindato. Fonti del carcere riferiscono che "non parla per nulla e si è mostrato imprevedibile".

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