Dopo il 'caso Avigan', il virologo torna a prendere di mira l'Aifa: "Secondo me ultimamente consulta troppo le chat"
Dopo il 'caso Avigan', Roberto Burioni prende nuovamente di mira l'Agenzia italiana del farmaco. Stavolta si tratta del via libera dato ieri dall'Aifa allo studio dell'eparina a basso peso molecolare in 14 centri italiani contro il Covid-19. "Coronavirus, Aifa dà l'ok a studio su eparina - scrive infatti su Twitter il virologo condividendo un articolo sul tema -. Come per Avigan, decisiva per l'approvazione dello studio la circolazione su whatsapp di notizie senza fondamento". E ancora: "Fare uno studio serve a capire se l’eparina funziona, non che l’eparina funziona. L’AIFA ultimamente consulta troppo whatsapp, secondo me".
In una serie di tweet successivi, il virologo pubblica e commenta gli screenshot di quello che sembrerebbe un lungo messaggio condiviso sui social - dal titolo 'Coronavirus, mortalità non per polmonite interstiziale ma per trombosi' - attribuito dall'autore sconosciuto a un 'collega cardiologo di Pavia'. E attacca: "Con l'eparina - cita Burioni - 'si esce da questo casino in quattro e quattr'otto'; con l’Avigan il Giappone era libero e bello: perché non dare credito alle fantastiche notizie che girano su whatsapp?".
E a chi gli fa notare che "c'è anche uno studio pubblicato sul BMJ sull'eparina e il COVID19" e che il farmaco viene utilizzato già da tempo in modo sperimentale da alcune strutture ospedaliere, Burioni replica: "Non critico l'approvazione, faccio solo notare il tempismo".