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Calabresi, il 29 giugno nuova udienza a Parigi per estradizione Pietrostefani

18 maggio 2022 | 20.07
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L'avvocato dell'ex militante di Lotta Continua Irene Terrel: "Ho chiesto che venisse respinta la domanda di estradizione dell'Italia"

Giorgio Pietrostefani (Fotogramma)
Giorgio Pietrostefani (Fotogramma)

La decisione sull'estradizione dell'ex militante di Lotta Continua, Giorgio Pietrostefani, è stata rinviata al 29 giugno. E' quanto ha deciso oggi la corte di Appello di Parigi in seguito all'udienza che si è svolta in assenza di Pietrostefani che è malato. Il suo caso, riferisce all'Adnkronos il suo avvocato Irene Terrel, "è stato evocato durante l'udienza di oggi. La Corte comprende che Pietrostefani non era nello stato fisico e psichico per supportare questa procedura". Durante l'udienza, spiega ancora il legale, "ho chiesto che venisse respinta la domanda di estradizione dell'Italia".

Sono passati 50 anni dai fatti e Pietrostefani è stato accusato da un pentito sedici anni dopo i fatti e non ci sono testimoni. I tempi della procedura, che rientrano anche nella questione giudiziaria, e la procedura stessa che è durata 12 anni sono un'anomalia in questo dossier. Questi tempi non permettono di assicurare un processo equo. Dopo così tanti anni nessuna difesa è possibile", spiega ancora Terrel.

Pietrostefani, ricorda Terrel, che era già residente in Francia dagli anni '90, "è tornato volontariamente in Italia e si è costituito nel 1997 per potersi difendere dalle accuse" di essere uno dei mandanti dell'omicidio del commissario di Polizia, Luigi Calabresi il 17 maggio del 1972. Nel corso dell'udienza, sottolinea l'avvocato, "ho ricordato anche i principali fatti legati alla vicenda e quindi anche la tragica morte di Giuseppe Pinelli nel 1969" nell'ambito delle indagini legate alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. "Dopo questo dramma ci sono state molte proteste anche nei media e non si può imputare alla stampa, nonostante l'asprezza dei suoi toni, la responsabilità di un omicidio".

Nel 1999, rileva ancora Terrel, "dopo due anni di carcere viene scarcerato in occasione della revisione del processo e torna in Francia e tra l'altro lo fa pubblicamente. In Francia ha documenti regolari, un indirizzo conosciuto anche in Italia e ha un'impresa che tutti conoscono. E' quanto meno singolare che poi l'Italia aspetti 20 anni per chiedere la sua estradizione: aspetta che sia vecchio e malato. Mi sembra chiaro che si tratti di una richiesta più politica che altro". E in ogni caso, rileva ancora l'avvocato di Pietrostefani, "i dossier italiani sono ancora incompleti, mancano dei documenti. Il Tribunale probabilmente chiederà ancora all'Italia informazione aggiuntive. Insomma non è più possibile. E' troppo tutto".

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