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Cancro seno triplo negativo, ecco come capire se immunoterapia funziona

09 dicembre 2021 | 09.44
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Cancro seno triplo negativo, ecco come capire se immunoterapia funziona

Immunoterapia speranza più concreta contro il cancro al seno triplo negativo. L'utilizzo di questa nuova frontiera della lotta ai tumori per trattare chi soffre di una delle neoplasie mammarie più aggressive potrà diventare più mirato, un approccio di precisione, grazie a uno studio a guida italiana. Gli autori spiegano come riconoscere preventivamente le forme di carcinoma mammario triplo negativo che potrebbero beneficiare dei farmaci noti come inibitori dei check-point immunitari. La ricerca, coordinata dall'Irccs ospedale San Raffaele di Milano e dalla Fondazione Michelangelo, si è guadagnata la vetrina del San Antonio Breast Cancer Symposium (Sabcs) al via oggi in Texas.

L'efficacia dell'immunoterapia nel trattamento del tumore al seno triplo negativo - ricordano gli esperti - varia molto da paziente a paziente, ma al momento non sono disponibili marcatori utili a definire chi ne possa beneficiare di più, in particolare nella malattia precoce. Le prime indicazioni per capirlo arrivano dal nuovo lavoro, condotto in collaborazione con altri gruppi di ricerca tra cui il Cruk Cambridge Institute, sostenuto da Fondazione Airc e presentato al Sabcs da Giampaolo Bianchini, responsabile di Oncologia della mammella al San Raffaele e ricercatore Airc.

Per comprendere se un tumore sia più o meno suscettibile al trattamento con gli immunoterapici gli studiosi hanno utilizzato una tecnica molto sofisticata - spiegano - chiamata Imaging Mass Cytometry, che permette di analizzare un campione di tessuto tumorale e del microambiente che lo circonda a livello di singola cellula. Caratterizzando in modo estremamente preciso il tipo di cellule che compongono il tessuto, per esempio quali proteine stanno esprimendo e in che quantità, la metodica consente di studiare allo stesso tempo la posizione delle cellule. Tutto ciò ha permesso agli scienziati di identificare alcune caratteristiche che predicono la maggiore efficacia dell’immunoterapia.

"La battaglia tra cellule tumorali e sistema immunitario è molto complessa - sottolinea Bianchini - La capacità del tumore di inibire l'azione dei linfociti, e per contro la nostra capacità di riattivare tale azione attraverso i farmaci, cambia moltissimo da caso a caso e dipende non solo dalle molecole che il tumore esprime, ma dal modo in cui la massa tumorale si è formata, ovvero dalla geometria del tumore".

"Le nuove tecnologie di sequenziamento e di analisi a livello di singola cellula permettono per la prima volta di ricostruire una mappa accurata del tumore e del microambiente in cui prospera. Si tratta di informazioni con una straordinaria capacità predittiva sull'evoluzione del tumore e sull'efficacia delle terapie - evidenzia l'esperto - informazioni molto complesse che stiamo imparando a leggere solo adesso".

Il tipo di analisi sofisticate usate in questo studio sperimentale, precisano dal San Raffaele, richiedono un'alta specializzazione e costi elevati per la tecnologia, prima di poter essere impiegati nell'attività clinica ordinaria. "I dati che abbiamo ottenuto - conclude Bianchini - contribuiscono a mostrare che una medicina di precisione, in grado di predire l'efficacia di una terapia prima che sia somministrata, è possibile. Ma resta ancora tanto lavoro da fare per rendere queste scoperte utilizzabili nella pratica clinica".

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