L'intervento del segretario generale al 'Festival del lavoro'
"Sul Jobs act piovono tutte le nostre critiche. Si tratta di provvedimenti che sono stati presi senza il confronto con le parti sociali; non abbiamo riscontrato la possibilità, con questi interventi, di avere nuovo e lavoro buono". Lo dice a Labitalia Francesco Paolo Capone, segretario generale Ugl, in occasione del 'Festival del lavoro', organizzato a Palermo dai consulenti del lavoro. "Dal contratto a tempo indeterminato -fa notare- a quello a tutele crescenti, che ha reso ancora più precario il lavoro cambiandogli semplicemente nome: fino ad oggi non abbiamo avuto, dai primi riscontri, lavoro".
"Anche gli interventi -aggiunge il leader sindacale- che sono stati sbandierati dal governo come effetto positivo dell'applicazione del Jobs Act hanno rappresentato, nel 99% dei casi, contratti di lavoro a titolo collaborativo a tutele crescenti. Vorrò vedere tra tre anni, quando si completerà il ciclo delle tutele crescenti cosa faranno questi lavoratori".
Riferendosi poi allo Statuto dei lavoratori, Capone aggiunge: "La cancellazione dell'articolo 18, di fatto, rende tutti più precari e rende questo mondo del lavoro non migliore di quello che avevamo prima. L'Ugl ha fatto molte proposte, siamo stati ai tavoli ministeriali, ma rimane una difficoltà nell'esplicitare proposte che non sono dibattute. Il confronto con le parti sociali e con le associazioni datoriali -ammette- avviene sempre in termini di comunicazione di quello che sta succedendo, non in termini di: 'costruiamo insieme un futuro migliore per questo Paese'".
