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Caro bollette, Marangoni (Althesys): "Utilizzare nostre risorse gas, puntando su rinnovabili"

15 febbraio 2022 | 16.29
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"Oggi noi siamo al 40% di generazione elettrica da fonti rinnovabili, dobbiamo arrivare a circa il 70% al 2030, serve una crescita molto importante"

Due le strade, tecnicamente fattibili, per intervenire sul caro bollette in maniera strutturale: sfruttare al meglio le risorse di gas nazionali puntando però al 2030 sullo sviluppo delle rinnovabili. Lo spiega all’Adnkronos Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, società specializzata nella ricerca economica e nella consulenza strategica nei settori ambiente, energia, infrastrutture e utilities.

“Sull’aspetto della sicurezza energetica le strade sono solo due: utilizzare meglio le risorse di gas che abbiamo e, allo stesso tempo, ridurre l’impiego delle fonti fossili puntando alla generazione elettrica da fonti rinnovabili - dice - Un percorso che implica processi autorizzativi, e non provvedimenti estemporanei come quello sugli extra profitti, al fine di mettere in condizione il settore di arrivare agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030”.

“L’Italia fino ad alcuni anni fa copriva una quota non trascurabile dei suoi consumi di gas con la produzione interna, produzione progressivamente scemata negli anni: noi oggi estraiamo circa 3-4 mld di m3, meno della metà di quello che si faceva fino a qualche anno fa - continua - Rivitalizzare la produzione è tecnicamente fattibile nell’arco di un paio d’anni. La vera questione è quella relativa al processo di autorizzazione e alle posizioni socio-politiche rispetto allo sviluppo dei giacimenti. Ci sono giacimenti disponibili, in Adriatico ne sono stati individuati diversi che l’Italia non sta utilizzando, perché non era stato fatto fino all’altro giorno il Pitesai, ma che vengono sfruttati dai nostri dirimpettai”.

Una strategia da definire tenendo conto di due aspetti concorrenti: “C’è un problema di supply security a livello nazionale e di impatti ambientali a livello globale per cui importare del gas da alcune migliaia di chilometri di distanza ha un impatto superiore a quello di estrarlo a casa propria. Allo stesso tempo, se poi non si interviene in modo strutturale sul nostro sistema energetico, da un punto di vista di impatto ambientale, bruciare gas produce gli stessi effetti ovunque io vada a comprarlo”.

Non un’unica soluzione, dunque, anche perché “se sfruttassimo tutto il gas nazionale disponibile non andremmo a coprire l’attuale fabbisogno italiano, ridurremmo di poco le importazioni: una risposta che copre una parte del problema, l’altra, quella ambientale, la possiamo risolvere solo riducendo l’impiego del gas a favore di altre fonti come sole e vento”. “Oggi noi siamo al 40% di generazione elettrica da fonti rinnovabili, dobbiamo arrivare a circa il 70% al 2030, serve una crescita molto importante. Tecnicamente si può fare: con il fotovoltaico si può arrivare anche a 5-6 GW all’anno. Ritmi già visti in passato, che non sono stati raggiunti negli ultimi anni perché mancavano le autorizzazioni e i progetti”, conclude.

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