"Cara Ilaria - scrive Dacia Maraini - Che emozione guardare queste fotografie che ti ritraggono bambina, e poi adulta, e poi lì in quei sandali che portano l'impronta dei tuoi piedi! Non ti ho mai conosciuta di persona, ma è come se ti avessi incontrata perché il tuo corpo sta nella geografia della mia mente come un una pietra vivente, una certezza generosa e vivissima nella sua assenza ombrosa. Il tuo corpo continua a camminare, senza quei sandali, ma vivo e forte, sui prati della memoria. Un corpo che ha vinto nel momento stesso che ha perso".
"Vinto - osserva la scrittrice - con la forza di un pensiero generoso, di una volontà che non ha soggiaciuto alla paura, al compromesso, alla fuga. Tu sei lì che ci guardi e so che ci giudichi con affetto, perché sei incapace di rancore. Si vede dal tuo sguardo, ancora così penetrante e profondo che non eri capace di meditare vendette e puntavi alto con la tua bella immaginazione. Sono contenta che continui a guardarci e a preoccuparti per noi. Mi dispiace solo che i tuoi occhi debbano vedere una Italia ancora così muta e cieca, incapace di guardare con coraggio dentro le crudezze della storia, per capire meglio se stessa. Comprendersi, giudicarsi e modificarsi. Ne saremo mai capaci? Non ti allontanare Ilaria. Abbiamo bisogno di te. Il tuo esempio ci aiuta a prendere in mano le nostre vite pigre, a parlare sinceramente, ad affrontare il futuro".
"Ho conosciuto Ilaria Alpi grazie al film 'Il più crudele dei giorni' di Ferdinando Vicentini Orgnani -ricorda Poalo Fresu- di cui ho composto le musiche della colonna sonora. E' stato per me avvincente scrivere per quel film cercando di dare un volto musicale ad Ilaria e all'operatore Miran Hrovatin. Volto emozionante, appassionato e concreto. In quanto Ilaria ha tracciato e poi percorso la via della verità con coraggio e determinazione ma anche con slancio e passione. Virtù che è stato difficile translare in suono ma che sono alla base di qualsiasi società e lievito per le nuove generazioni che dovranno, in meglio, cambiare il mondo".
