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Imprese: Cgm, 1,4 mld fatturato e 42.000 occupati per prima rete sociale

27 novembre 2014 | 17.57
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I dati sono stati presentati nel corso della XII Convention 'The social way. L’impresa sociale come modello si sviluppo per tutti'.

Imprese: Cgm, 1,4 mld fatturato e 42.000 occupati per prima rete sociale

Il Gruppo Cooperativo Cgm (Consorzio Gino Mattarelli), con 1,4 miliardi di fatturato e oltre 42.000 occupati, si attesta come prima rete di imprese sociali in Italia. I dati sono stati presentati nel corso della XII Convention 'The social way. L’impresa sociale come modello si sviluppo per tutti', organizzata da Cgm per confrontarsi con i più autorevoli rappresentanti del mondo del non profit su temi che investono il tessuto sociale del nostro Paese e che costituiscono le sfide della cooperazione sociale.

L’attuale trasformazione del contesto sociale investe, infatti, il modello di business della cooperazione che è chiamata a diventare agente di sviluppo del territorio. Per raggiungere questo obiettivo, la rete Cgm ha sviluppato i cosiddetti 'ibridi organizzativi', vale a dire forme organizzative e societarie aperte all’ingresso di soggetti appartenenti al settore for profit, che conferiscono all’impresa sociale la capacità di fare investimenti e di attrarre capitali, indispensabili alla cooperazione per esplorare nuovi mercati, dal welfare aziendale alla sanità, dall’energia all’housing, dalla cultura al turismo.

D’altra parte, le trasformazioni sociali, in primis il venire meno dei finanziamenti pubblici diretti al welfare, impongono all’impresa sociale la necessità di creare partnership con le imprese for profit. "Il valore di questo nuovo modello di impresa -ha dichiarato Stefano Granata, presidente del Gruppo Cooperativo Cgm- è quello di aprirsi alla possibilità di realizzare progetti di impatto sociale con processi industriali, con grandi volumi di investimenti portati proprio dei soggetti for profit".

"In questo modo anche il mondo della cooperazione sociale - ha continuato Granata - è messo nelle condizioni di diversificare i settori di intervento, e di accedere ad ambiti finora preclusi, come quello dell’housing. Viceversa, il valore competitivo delle imprese sociali è quello di avere rapporti consolidati nei territori, di essere accreditate presso una molteplicità di stakeholder. Questo le rende interlocutori primari per soggetti esterni che intendono arrivare dentro quegli stessi territori in modo efficace con le proprie iniziative d’impresa, soprattutto in settori che riguardano i beni comuni", ha concluso Granata.

Secondo le ultime rilevazioni Istat, dice la Cgm, le organizzazioni non profit in Italia sono 301.191 (+28% nel decennio 2001-2011) per un totale di 680.811 addetti retribuiti (+39,4% nello stesso periodo). Il numero delle cooperative sociali, ovvero il modello di impresa sociale più diffuso in ambito non profit, dal 2001 al 2011 è cresciuto del 98,5%. Le cooperative sociali generano il 47% (320.513 addetti) dell’occupazione del Terzo settore in Italia, pur essendo solo il 3,7% (11.264 unità) delle istituzioni non profit. Risultano, pertanto, il principale volano per la creazione di posti di lavoro nel settore non profit.

Un ulteriore aspetto approfondito durante la Convention riguarda i settori di attività in cui le cooperative sociali operano: il 49% è attivo nel campo dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, il 17,8% nell’assistenza sociale e protezione civile, il 10,9% nella sanità, il 5,8% nell’istruzione e ricerca, il 2% nell’ambiente, lo 0,7% nella cooperazione e solidarietà internazionale, lo 0,3% nella tutela dei diritti e attività politica, lo 0,2% nella filantropia e promozione del volontariato, lo 0,1% nelle relazioni sindacali, il 7,7% in altre attività.

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