Le misure di stimolo della People's Bank of China (PBoC) - il taglio sia i tassi di interesse di riferimento sia il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche - "danno supporto al sentiment dei mercati, ma non ci aspettiamo che il risultato sia una rinascita della Cina". Ne è convinto Craig Botham, emerging markets economist di Schroders.
I tagli effettuati, di rispettivamente 25 e 50 punti base, arrivano "dopo giorni disastrosi per i mercati azionari. Tuttavia, non crediamo che la PBoC desideri rigonfiare la bolla. Nonostante tutto, la portata del crollo del mercato azionario avrà probabilmente un impatto negativo sul sentiment, in particolar modo a causa di un contesto economico debole", inoltre la variazione della politica sul tasso di cambio, "che ha provocato una svalutazione del renminbi, ha comportato deflussi di capitale, che a loro volta hanno ridotto la liquidità e causato condizioni monetarie più difficoltose".
Il taglio dei tassi d’interesse "dovrebbe ridurre i costi di indebitamento per i creditori, in particolare per le famiglie e le imprese a controllo statale" ma per l'esperto "il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria ristabilisce soltanto la liquidità persa. Il taglio dei tassi, nonostante l’utilità, probabilmente previene soltanto futuri default, invece di incoraggiare gli investimenti, in un’economia colpita da deflazione, da sovra produzione e livelli di debito elevato".