Hillary Clinton domani pronuncerà in California un discorso sulla politica estera che intende condurre da presidente, in cui rivendicherà il suo curriculum e la sua esperienza, ma soprattutto metterà in evidenza quanto l'elezione di Donald Trump minaccerebbe la sicurezza nazionale.
L'ex segretario di Stato "respingerà le paure, l'estremismo e il disfattismo che Trump sta cercando di vendere agli americani", ha anticipato un consigliere della candidata democratica che, da parte sua, "affermerà il ruolo eccezionale che l'America ha giocato, gioca e deve continuare a giocare per mantenere il nostro Paese sicuro e la nostra economica in crescita".
Con il discorso di domani a San Diego, Clinton spera di poter così attirare sostegno e voti anche nei settori dell'establishment e degli elettori conservatori, in primis i militari che, tradizionalmente orientati verso i repubblicani, considerano che Trump comandante in capo sia troppo pericoloso.
"Sarà la prima volta che voterò per un candidato democratico alla Casa Bianca", ha dichiarato Peter Mansoor, il colonnello dell'esercito ora a riposo che è stato braccio destro del generale David Petraeus durante il surge in Iraq, diventato professore di storia militare all'Ohio State University.
Ancora più esplicito è un altro repubblicano, Philip Zelikow, al dipartimento di Stato durante l'amministrazione Bush e oggi docente all'università della Virginia, che ha detto che voterebbe "un nome a caso sull'elenco telefonico" piuttosto che consegnare il Paese a Trump.