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Colap, gestione separata è ancora un nodo da sciogliere

15 maggio 2014 | 17.13
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Colap, gestione separata è ancora un nodo da sciogliere

Roma, 15 mag. (Labitalia) - "L'approvazione della legge 4 del 2013, per il riconoscimento delle libere professioni, non ha risolto uno dei nodi fondamentali delle diverse categorie: quello della previdenza". A dirlo Emiliana Alessandrucci, presidente del Colap, il coordinamento delle libere associazioni professionali, che con Labitalia traccia un primo bilancio, a un anno dal provvedimento legislativo, che ha coinvolto circa 188 associazioni professionali come Aim, Aimba e Assirep.

Un esercito variegato di migliaia di professionisti, tra giuristi, risk manager, interpreti, sociologi, informatici, tributaristi, orientatori, ingegneri d'azienda, archeologi ed esperti giudiziari, tanto per citarne alcuni, che però vedono ancora ferme al palo le loro richieste in materia previdenziale. "Il problema della previdenza resta: per ora -fa notare- siamo solo riusciti a bloccare l'innalzamento dell'aliquota contributiva per la gestione separata per i professionisti a partita Iva esclusiva, ovvero che non afferiscono ad altre forme di previdenza".

"Bloccata perchè - continua - la legge Fornero prevede che la gestione separata arrivi al 33% nel 2018, aumentando punto punto ogni anno. Ovviamente, in quella gestione separata ci sono professionisti di varia natura contrattualizzati in maniera diversa: ci sono i parasubordinati, i partita Iva esclusiva e anche qualche piccolo imprenditore. La differenza tra i parasubordinati e le partite Iva, ad esempio, è molto grande: nel primo caso i due terzi del contributo è a carico del datore di lavoro e un terzo del lavoratore, mentre nel secondo caso la partita Iva è totalmente a carico del datore di lavoro-professionista".

"Quindi, per il professionista a partita Iva -avverte la presidente del Colap- l'innalzamento dell'aliquota grava su un unico soggetto che è il professionista stesso. Questo influisce sulla competitività, perchè non dimentichiamo che i nostri professionisti occupano fette di mercato libero che può essere occupato anche da professionisti ordinisti. I liberi professionisti ordinisti hanno, invece, un'aliquota molto più bassa, con la conseguenza che o guadagnano molto meno (10-13% in meno) o stanno fuori mercato".

Un altro fattore importante, rileva Emiliana Alessandrucci, "è l'inesistenza di tutele sociali corrispondenti all'entità del versamento". "Mi riferisco -osserva- alla maternità, alla malattia e a tutti quei vincoli talmente stretti che spesso non vengono esercitati".

"L'ipotesi migliore sarebbe quella - auspica - di creare una cassa indipendente di professionisti associativi non organizzati in ordini, albi o collegi. Ci rendiamo conto che, attualmente, è una richiesta inaccettabile perchè la nostra gestione separata è in attivo. Quindi, chiediamo di rimanere sì nella gestione separata, separandoci però all'interno dai parasubordinati e trattando in maniera necessariamente diversa le parti a partita Iva esclusive". "Siamo riusciti a bloccare l'aliquota contributiva - rimarca - perchè abbiamo fatto un grande sforzo e perchè abbiamo fatto rete, ma purtroppo in Italia lavorare insieme non si da per scontato. Continuo a proporre tavoli aperti e se riuscissimo a formulare una proposta unica che venga da questo 'mondo' penso che avremo più chance per essere ascoltati. Non ci credo molto, ma questo non vuol dire che mi arrendo".

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