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Commercio estero: Istat, in II trim. bene nord est e centro, giù sud

11 settembre 2014 | 11.54
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Tra le regioni che contribuiscono a frenare l'espansione dell'export nazionale Sicilia (-11,1%), Sardegna (-11,2%), Lazio (-3,1%) e Basilicata (-24,6%).

Commercio estero: Istat, in II trim. bene nord est e centro, giù sud

Nel secondo trimestre del 2014, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite di beni sui mercati esteri risultano in aumento per le regioni nord-orientali e centrali (+1,3% per entrambe), mentre l'area meridionale e insulare (-2,5%) e quella nord-occidentale (-0,3%) registrano una diminuzione. Lo rileva l'Istat in un focus sulle esportazioni delle Regioni italiane. Nel primo semestre 2014, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, l'Italia nord-orientale (+3,4%) e quella meridionale (+2,4%), rileva ancora l'Istat, registrano la crescita più ampia sui mercati esteri.

Seguono, con incrementi più contenuti delle esportazioni, le ripartizioni nord-occidentale (+1,2%) e centrale (+0,6%). Risultano invece in marcata contrazione le vendite delle regioni dell'Italia insulare (-11,1%). Tra le regioni che forniscono un contributo positivo rilevante alla crescita tendenziale dell'export nazionale nel primo semestre 2014 (+1,3%) l'Istat segnala "come particolarmente dinamiche" Emilia-Romagna (+4,5%), Piemonte (+4,4%), Veneto (+3,0%), Marche (+6,6%) e Puglia (+9,4%).

Tra le regioni che contribuiscono a frenare l'espansione dell'export nazionale nel primo semestre 2014 si mettono in luce, prosegue l'Istat, Sicilia (-11,1%), Sardegna (-11,2%), Lazio (-3,1%) e Basilicata (-24,6%).

L'aumento delle esportazioni di autoveicoli dal Piemonte, di macchinari e apparecchi n.c.a. da Toscana e Liguria spiega circa il 60% dell'incremento tendenziale dell'export nazionale nel primo semestre 2014, sottolinea l'Istituto di statistica.

Nello stesso periodo, prosegue l'Isat, la contrazione delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, da Toscana e Piemonte e di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia, Sardegna e Lazio contribuisce a frenare l'export nazionale per quasi un punto percentuale.

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