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Edilizia: con riqualificazione energetica ambiente pulito e 120.000 posti lavoro

16 novembre 2015 | 11.06
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Edilizia: con riqualificazione energetica ambiente pulito e 120.000 posti lavoro

Un risparmio di 6 miliardi di euro in energia, una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 16 milioni di tonnellate e un aumento di 120mila posti di lavoro. E ogni euro investito ne genererebbe altri 5 di benefici per le finanze pubbliche. Questo l’effetto che ogni anno si avrebbe se l’Italia seguisse le indicazioni della Ue riqualificando annualmente il 3% del patrimonio edilizio, con un’importante ricaduta sulla ripresa e sull’economia in generale. Un’opportunità da cogliere al volo per aumentare l'occupazione e dare ossigeno alle costruzioni, anche alla luce dei cambiamenti introdotti nella recente normativa sull’edilizia, che ha reso la riqualificazione energetica un obbligo di legge.

E' lo scenario emerso nel corso del recente convegno Riday 2015 dedicato al tema 'Rinnovare l’Italia', con l'obiettivo di avvicinare il nostro Paese il più possibile ai traguardi fissati dall’Unione europea. Il convegno, sostenuto da Rete Irene, network di imprese lombarde specializzato in riqualificazione energetica degli edifici e partner di Renovate Europe, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Claudia Maria Terzi, assessore all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, Patrizia Toia,
 vicecepresidente Commissione Industria, Ricerca, Energia (Itre) del Parlamento europeo, Maria Berrini
, amministratore delegato Amat Comune di Milano, e Barbara Meggetto
, presidente Legambiente Lombardia.

“Nonostante gli inverni miti, gli incentivi fiscali introdotti e i requisiti più severi per le nuove costruzioni, la prestazione energetica del settore residenziale - ha spiegato Virginio Trivella, della Rete Irene - non sta migliorando. Il consumo è cresciuto del 25% dall'inizio della crisi e l’intensità energetica è aumentata del 40% dal 2007 al 2013 (fonte: Raee 2015). Di fronte a questi numeri non possiamo non essere preoccupati e non avvertire l'urgenza di un più incisivo cambio di strategia che, oltre a portare beneficio all'ambiente, alla sicurezza energetica nazionale e ai consumatori, può generare occupazione e ricchezza”.

Il Riday, evento nazionale rivolto alla sensibilizzazione e informazione sui temi legati alla riqualificazione energetica degli edifici, si è occupato quest’anno dei processi per generare la domanda di riqualificazioni energetiche profonde, ovvero che riguardino gli edifici nel loro complesso, confrontandosi con le esperienze europee.

Nonostante le forme di incentivazione introdotte negli ultimi anni in Italia, le riqualificazioni energetiche degli edifici hanno una bassa efficacia perché interessano solo singole tecnologie e avvengono a un tasso troppo basso per raggiungere gli obbiettivi di risparmio previsti dall’agenda 20-20-20.

I numeri pubblicati da Enea dimostrano che la proroga annuale degli sgravi fiscali (Ecobonus) è in grado di promuovere i piccoli interventi, ma non le riqualificazioni energetiche profonde, le uniche in grado di trasformare in modo sensibile i profili di consumo, limitare lo spreco di risorse e la produzione di inquinanti dovuti alla cattiva qualità delle nostre case. Un progetto di riqualificazione energetica profonda porta a una riduzione dei consumi di energia di circa il 50%, dimezzando i costi di manutenzione e riducendo drasticamente l’emissione di Co2. Significa rivalutazione patrimoniale dell’immobile, miglioramento nella classificazione energetica dell’edificio e maggior comfort abitativo per le famiglie.

“Il dibattito in atto su come promuovere un vasto piano di riqualificazione del patrimonio immobiliare -ha sottolineato Trivella- sta coinvolgendo gli stakeholders e i vari livelli di governo del Paese: stanno emergendo proposte di soluzioni innovative interessanti, utili a perfezionare un contesto normativo e di incentivazione che oggi presenta serie limitazioni e non affronta ostacoli cruciali come la frammentazione della proprietà immobiliare, l'incapienza fiscale e la difficoltà di accesso al credito per i soggetti più deboli”.

La Regione Lombardia ha approvato a giugno il nuovo Programma energetico ambientale regionale (Pear) che fissa obiettivi assai ambiziosi di risparmio energetico: da oggi al 2020 ci si attende un risparmio compreso tra i 2 e i 2,5 Mtep, dei quali ben il 55%, equivalenti a 15.000 GWh/a, dall’edilizia privata e il 2% dall’edilizia pubblica. Nello stesso periodo, la città di Milano sta concludendo l’iter di approvazione del Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes), che conferma le ipotesi del Pear: nel 2020 ci si attende 1.320 GWh di risparmio energetico dal comparto di edifici privati che equivale al 55% del risparmio globale del comparto edifici.

“La riqualificazione energetica del patrimonio edificato è assolutamente strategica per l’Italia -ha spiegato Cecilia Hugony, di Renovate Italy- perché consente una serie di benefici multipli. Se si applicasse l’indicazione comunitaria di riqualificare il 3% annuo del nostro patrimonio edificato, nel nostro paese ogni anno si risparmierebbe energia per 6 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, si creerebbero 120.000 posti di lavoro, si eviterebbero 16 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, senza considerare che ogni euro investito nella riqualificazione energetica degli edifici genera 5 euro di benefici per le finanze pubbliche”.

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