Ogni giorno hanno chiuso 302 aziende commercio al dettaglio e aperto 109.
"Il dato Istat molto negativo sulle vendite al dettaglio di maggio, che segue a quello non meno preoccupante sulla flessione degli ordini della produzione di qualche giorno fa, segnala con evidenza che la stagnazione dell'economia prosegue. Di questo passo l'eventualità di una crescita zero rischia di rafforzarsi pericolosamente". Lo afferma Confesercenti nel riportare i dati del suo Osservatorio, in cui nei primi sei mesi del 2014 emerge che il saldo tra aperture e chiusure d'impresa nei settori del commercio al dettaglio e del turismo è stato di -20.244 unità.
A pesare, secondo Confesercenti, è stato soprattutto il calo delle nuove iscrizioni. Nel primo semestre dell'anno hanno aperto 34.341 nuove imprese, 9.532 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In media, nei primi sei mesi del 2014 ci sono state 302 chiusure al giorno, a fronte di 109 aperture.
Il saldo è negativo in tutti i settori, con l'eccezione del commercio su area pubblica (+831) e delle imprese attive nella vendita via Internet (+82). I negozi web tuttavia mostrano un rallentamento rispetto alla crescita registrata nello stesso periodo del 2013 (pari a +530). Il commercio al dettaglio in sede fissa ha registrato una perdita di 13.972 imprese. Anche in questo caso in calo le nuove iscrizioni (+12.474) rispetto a quelle rilevate nei primi sei mesi del 2013 (+15.552). La media giornaliera è stata di 146 chiusure, più del doppio delle aperture (69). Sono sparite 1.471 imprese attive nella vendita di alimentare (food) e 12.501 nel no food, nel quale si rilevano i saldi negativi di abbigliamento (-3.305) e dei venditori di sigarette elettroniche (-592). (segue)
