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Consulenti lavoro, in Lombardia nel 2013 circa 1 contratto su 2 è a termine

19 maggio 2014 | 17.50
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Consulenti lavoro, in Lombardia nel 2013 circa 1 contratto su 2 è a termine

Milano, 19 mag. (Labitalia) - Nel 2013 in Lombardia c'è stata una predominanza di utilizzo del contratto a tempo determinato (43,31%), seguito dal contratto a tempo indeterminato (22,41%) e dal part-time (14,34%). Il contratto a progetto (5,04%) è utilizzato meno rispetto a quello per apprendista (5,84%) e al lavoro accessorio (5,26). Nonostante la crisi, solo il 34% delle risoluzioni sono avvenute per licenziamento e comunque, anche volendo considerare tutte le risoluzioni consensuali (7%) come conseguenza dell'espulsione voluta dal datore di lavoro, il dato resta intorno al 40% (il paniere delle cessazioni è limitato ai contratti a tempo indeterminato). Riguardo gli ammortizzatori sociali, meno del 7% dei lavoratori è interessato a ricorrere a tale strumento.

E' quanto emerge dalla ricerca dell'Osservatorio sul mercato del lavoro del Centro studi dei consulenti del lavoro della Lombardia, effettuata su un campione di 9.143 datori di lavoro (prevalentemente aziende) che hanno alle loro dipendenze complessivamente 119.381 addetti (un mix da unità aziendali con un solo dipendente a unità con oltre 500 addetti).

I dati sono stati presentati oggi al primo congresso regionale dei consulenti del lavoro della Lombardia, promosso insieme da Ancl e Consulta degli Ordini provinciali presso il Centro Congressi Stella Polare (Fiera Milano Rho), al quale hanno partecipato Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro e neo consigliere di Finmeccanica, Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, Arturo Maresca, giuslavorista, Antonio Marcianò, direttore regionale lombardo dell'Ufficio del Lavoro, Giuliano Quattrone, direttore Inps Lombardia, Eduardo Ursili, direttore regionale Agenzia delle Entrate.

Dalla ricerca emerge, inoltre, che ci sono i primi segnali di ripresa per l'occupazione nell'area milanese: il numero dei dipendenti in cassa integrazione o contratti di solidarietà, nel 2013, si è dimezzato rispetto al 2012, passando dal 7,54% al 3,94% del campione. L'anno scorso ogni 100 nuove assunzioni, circa 26 sono state a tempo indeterminato, più di 47 a tempo determinato. Le restanti 27 sono rappresentate da part-time, apprendisti e contratti a progetto. Forte incremento per le stabilizzazioni dei contratti a termine, salite dal 19% del 2012 al 48% del 2013. Il campione provinciale milanese è costituito da 1.231 datori di lavoro (in prevalenza aziende) con 24.354 addetti.

Nel complesso, i nuovi ingressi a tempo indeterminato sono sostanzialmente stabili rispetto al 2012 e sono pari a circa il 3,5% degli occupati. Le uscite, invece, sono rappresentate principalmente da dimissioni volontarie (50%). Consistenti anche i casi di licenziamento per giustificato motivo (45%). Nel 5% dei casi si tratta di risoluzioni consensuali.

"Questo trend -osserva Andrea Fortuna, presidente Ancl Su Regione Lombardia- conferma che i contratti a termine sono spesso usati dalle imprese come una sorta di periodo di rodaggio più lungo del periodo di prova contrattuale per valutare le capacità. Quando i collaboratori sono validi, l'azienda inserisce le persone definitivamente negli organici. Dall'indagine emerge una sostanziale bocciatura per l'apprendistato, che coinvolge appena il 5,84% dei nuovi assunti a livello lombardo e il 2,51% in provincia di Milano, in discesa rispetto al 2,55% del 2012. La scarsa appetibilità riflette probabilmente il giudizio negativo dei datori di lavoro sulla eccessiva burocrazia".

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