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Coronavirus, Cirielli: "Nemico subdolo, ho pensato di morire"

14 aprile 2020 | 13.06
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Deputato Fdi racconta la quarantena: "Sintomi altalenanti mi facevano andare al manicomio, mi ha salvato la mia famiglia"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

''Il coronavirus è un nemico subdolo, non ti molla facilmente. Per fortuna ne sono uscito. Ora mi sento bene e stanno bene anche la mia compagna e il nostro bambino. E' stata una prova molto dura, anche psicologicamente''. Il questore della Camera, Edmondo Cirielli, racconta all'Adnkronos la sua lotta contro il Covid-19, da cui ora è guarito. ''Ieri ho fatto il secondo tampone ed è negativo'', dice l'esponente di Fratelli d'Italia al telefono, tirando un sospiro di sollievo, dopo oltre un mese di quarantena vissuta a casa, nella sua Pagani, in provincia di Salerno, insieme alla ''compagna di vita" Mara Campitiello e al piccolo Salvatore di qualche mese, entrambi risultati positivi al virus.

Convinto di aver contratto la malattia ''per contatto, forse in Transatlantico, a Montecitorio, o semplicemente prendendo un caffè alla buvette'', Cirielli non nasconde che ''tante volte", prima di addormentarsi, la sera, nella testa gli è frullato il pensiero della morte: ''Ho avuto paura di non farcela per una malattia così aggressiva, con sintomi altalenanti che mi mandavano davvero al manicomio... Stavo bene mezza giornata e molto male il resto. Un giorno andava meglio e quello successivo mi sentivo peggio. Sono stato tra i primi ad ammalarmi non solo in Campania ma a livello nazionale e all'inizio i medici davvero brancolavano nel buio. In tv, poi, sentivo tanti, soprattutto della mia età, che morivano... Sì è vero, ho temuto di non farcela e l'incubo ricorrente era di dover lasciare soli i miei figli, il piccolino...".

Un giorno andava bene e quello dopo peggio, un inferno. "Tutto -ricorda- è iniziato con un forte raffreddore, seguito, dopo un paio di giorni, dai classici sintomi influenzali: stanchezza, mal di testa, tosse forte, febbre, per qualche giorno 37.7-37.8, per poi scendere e arrivare a non superare i 37 gradi". Due-tre sintomi, su tutti: "Una grande debolezza e conseguente spossatezza generale; un forte dolore alla nuca, e problemi gastrointestinali, gli ultimi a scomparire. Avevo appetito e forse questo mi ha aiutato, dormivo pochissimo''. Cirielli confida che lo ha salvato la presenza della famiglia: ''Mi ha aiutato tantissimo la mia compagna: lei fa la ginecologa e da medico mi ha confortato, anche se stava peggio di me. E poi mio figlio, una vera gioia per il cuore, i bambini davvero ti danno la forza di andare avanti, di resistere. Con noi c'era pure Benedetta, 8 anni, la figlia di Mara: pure lei positiva, ma grazie a Dio ha avuto solo un'influenza. Io che da carabiniere spesso ho rischiato la vita, devo dire che stavolta non è stato facile, ma ho lottato e ce l'ho fatta, pensando soprattutto al piccolo''. ''Certamente -racconta Cirielli- la fede mi ha aiutato. Io sono credente, ma non pregavo da tempo: l'ho fatto per mio figlio, che era positivo per colpa mia. Vederlo stare male, con il febbrone e problemi gastrointestinali, era come strapparmi il cuore... Dopo venti giorni è guarito. Non c'è stato bisogno di portarlo all'ospedale e la mia compagna, pur essendo positiva, ha sempre voluto allattarlo".

Vi accusano di essere dei privilegiati, perché tampone e cure non vengono certe negate a un parlamentare... ''Dall'8 marzo -spiega il deputato di Fdi- sono in isolamento a casa con la mia famiglia. Per il piccolo, tra i primi e pochissimi neonati ad ammalarsi di Covid-19 in Italia, ho avuto l'assistenza da parte della terapia intensiva neonatale dell'ospedale di Nocera inferiore che ringrazio. Ci hanno seguito al telefono costantemente e sono venuti a fare una visita domiciliare al bambino, visto la gravità e urgenza del caso. Io, invece, sono stato in contatto con il primario del Cotugno. E solo quando non respiravo bene e mi sentivo debolissimo ho deciso di farmi portare all'ospedale a Napoli, dove la Tac ha accertato che non avevo la polmonite''. "Solo oggi, per la prima volta -dice Cirielli- sono uscito per vedere a distanza, con mascherina e guanti, i mie altri due figli", Italo e Renato, di 24 e 16 anni, avuti con la ex moglie. ''Non so quanto tornerò a Roma -dice Cirielli-. Voglio prima capire bene se si sa qualcosa in più sull'immunità della persona. Sono stato contagiato un mese fa. Di solito io sto molto attento ai contatti, non mi sono mai avvicinato a nessuno. Eppure sono stato tra i primi ammalati di Covid della Campania. Ci ho pensato a lungo. Secondo me mi sono ammalato per contatto. Forse in Transatlantico, a Montecitorio, o prendendo un caffè alla buvette...''.

Un dato confortante, sottolinea, è che ''tutte le persone della Camera che hanno lavorato con me, una volta fatto il tampone, non sono risultate contagiate''. ''Un giorno, sono convinto, si accerterà che il veicolo principale di contagio è il contatto''. Cirielli racconta di aver trascorso la quarantena a Pagani, in Provincia di Salerno, guardando la tv, "specialmente le serie storiche su Netflix, in particolare 'Versailles', la storia di Re Sole, e 'Reign', una sorta di biopic sulla vita della regina di Scozia Maria Stuarda...''. Il questore dice di aver ''ricevuto molto affetto nel corso della quarantena", ''tantissimi messaggi di solidarietà''e ''telefonate'' da parenti, amici e non solo. Se lo aspettava? ''Non fino a questo punto", replica e confida che due persone gli sono state particolarmente vicine: Giorgia Meloni (''siamo molto amici da sempre'') e Silvio Berlusconi, che ''non sentivo da qualche anno". ''Giorgia -confida l'esponente Fdi- mi ha chiamato spesso, è stata molto affettuosa, sono stato davvero contento. Una piacevole sorpresa è stata Berlusconi: nei primi 4-5 giorni della malattia, quello più duri, mi ha chiamato al telefono di continuo e non lo sentivo da 5-6 anni. Era preoccupato per me, ma soprattutto, per il mio piccolino".

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