Un rapporto dell'Organizzazione mostra un valore medio di 13,8 milioni di dollari. Ma questo dato, come riconosce la stessa Ocse, "rappresenta senza dubbio solo la punta dell'iceberg. In metà dei casi il top management conosce o addirittura autorizza il pagamento delle tangenti
Tangenti e corruzione 'pesano' per il 10,9% dei contratti internazionali. E' il dato che emerge da un rapporto dell'Ocse che ha studiato 427 casi di pratiche scorrette. Le tangenti, nei casi analizzati, hanno un valore medio di 13,8 milioni di dollari. Ma questo dato, come riconosce la stessa Organizzazione, "rappresenta senza dubbio solo la punta dell'iceberg". Non a caso la tangente più alta pagata a un singolo mediatore è stata addirittura di 149 milioni di dollari.
Il 41% dei manager delle grandi aziende ha condotto o autorizzato pratiche scorrette, come corruzione o tangenti, per ottenere contratti e vincere appalti. Ma nel 12% dei casi a essere coinvolti sono gli stessi ad. Per i casi di corruzione internazionale, aggiunge l'Ocse, in 3 casi su 4 sono coinvolti intermediari, che si tratti di procuratori, agenti, filiali locali o compagnie con sede nei paradisi fiscali.
Il rapporto peraltro evidenzia come il tempo necessario per concludere le indagini è aumentato nel corso del tempo: se nel 1999 era in media di circa due anni oggi è salito a più di sette anni (ma il record è di 15 anni): un dato che - secondo l'organizzazione - riflette il livello sempre più sofisticato delle condotte scorrette. "La corruzione mina la crescita e lo sviluppo: i corrotti devono essere portati davanti alla giustizia ", ha ribadito il segretario generale dell'OCSE Angel Gurría. "Prevenire i crimini economici dovrebbe essere al centro della corporate governance mentre gli appalti pubblici deve diventare sinonimo di integrità, trasparenza e responsabilità".
