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Cospito, Capanna: "Valitutti d'accordo con attentato Adinolfi? Pericoloso"

13 marzo 2023 | 17.20
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Cospito, Capanna:

"Ho conosciuto Lello Valitutti nella preistoria, vale a dire agli albori del movimento studentesco, quindi nel 1967-’68, ed era un anarchico convinto ma dolce, gentile, niente di esagitato o di estremistico. Questa frase, perciò, mi sorprende, perché indica un’evoluzione non positiva del suo modo di pensare. Mi sorprende e per certi versi mi dispiace. Come sempre, quando si fanno queste affermazioni, cominciano a circolare nell’aria e ci può essere sempre qualcuno che potrebbe fare sul serio. Spero di no. Naturalmente credo che sarebbe stato meglio se non l’avesse detta". Così all'AdnKronos Mario Capanna, uno dei principali leader del movimento giovanile del Sessantotto, commenta le parole dell’anarchico Lello Valitutti, che ieri, ospite a 'Non è l’Arena’ condotta su La7 da Massimo Giletti, parlando della gambizzazione dell’allora ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, per mano dell’anarchico Alfredo Cospito, ha affermato: "Io sono d’accordo con l’azione di Alfredo. Sono sincero, io non mento mai (…), per me è stata un’azione corretta".

Capanna, dunque, è sorpreso dalle parole di Valitutti, al quale, se potesse rivolgersi direttamente, direbbe parole chiare: "Quando ci siamo conosciuti eri sì anarchico, ma non violento. Sarebbe bene che tornassi a quel modo di pensare, perché quello che hai espresso è pericoloso e non va bene, perché può creare un contagio negativo e questo farebbe il gioco di chi vuole reprimervi, quindi non è positivo nemmeno sotto questo profilo". Durante la trasmissione, Valitutti ha anche affermato: "Noi anarchici non ricattiamo e non minacciamo nessuno in questo momento. Noi siamo ricattati e minacciati dallo Stato. Attraverso l’orribile tortura che viene inflitta ad Alfredo da 150 giorni si vuole minacciare gli anarchici, li si vuole ricattare. E non solo gli anarchici. Insieme agli anarchici si vogliono ricattare e minacciare tutti quelli che osano pensare che un mondo migliore sia possibile, tutti quelli che osano pensare che si possa cambiare questa società in meglio".

"Su questo probabilmente non ha tutti i torti – afferma Capanna -, nel senso che viene ingigantito questo pericolo anarchico che secondo me è non dico inesistente ma quasi, è assolutamente minimo. E poi non bisogna mai perdere di vista qual è il punto centrale. Questo povero Cospito, questo incaponimento di trattenerlo al 41 bis è davvero una violenza dello Stato, quando anche la magistratura si è pronunciata e ha detto che non è più necessario". "Il persistere da parte del governo a proseguire su questa linea del 41 bis – chiosa Capanna - secondo me è un errore che rasenta una certa disumanità".

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