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Covid, allarme del cardinale Zuppi: "Aspettiamoci piena di povertà"

03 settembre 2020 | 13.45
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"Abbiamo saputo di cadaveri cosparsi di disinfettante e chiusi in sacchi. Non possiamo dimenticare"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Le conseguenze della pandemia sono difficili da valutare. Certamente dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane una ‘piena’ di povertà che può travolgere i tanti precari che hanno perso le fonti di sussistenza e i ‘penultimi’ che precipitano nella miseria". L’allarme viene lanciato dall’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, nella lettera pastorale che sarà presentata alla diocesi il 12 settembre.

Il porporato analizza gli effetti del coronavirus nella loro drammatica oggettività: "Abbiamo vissuto un dolore enorme, che non dobbiamo dimenticare e che ci deve anche rendere attenti, sensibili, a chi oggi subisce ondate di morte come quelle che per settimane ci hanno travolto. Hanno portato via i nostri cari a migliaia, strappati a noi a volte in pochi momenti febbrili, e non li abbiamo più rivisti. Abbiamo saputo di agonie strazianti, in solitudine e ricerca vana di un volto caro, anche se mani fraterne di medici e infermieri, esperti in umanità, si sono protese a stringere quelle di chi moriva, ad accarezzare, ad esprimere vicinanza e amore. Abbiamo saputo di cadaveri cosparsi di disinfettante e chiusi in sacchi. Abbiamo visto la processione di camion carichi di bare verso inceneritori lontani, il ritorno di piccole urne rese a familiari affranti: quanto rimaneva di una persona e di un corpo amati, di padre, madre, marito, sposa, figlio. Non possiamo dimenticare".

Il virus, dice Zuppi, ci ha messo davanti alla realtà: "Credevamo che il virus riguardasse altri, i poveri oppure solo alcuni (qualcuno si era sentito sollevato perché si ammalavano "solo" i vecchi!) e invece ci ha coinvolto tutti. E stata una scoperta a volte davvero angosciosa, perché fa sentire senza orientamento, storditi; mette in discussione il fragile equilibrio dei nostri sentimenti".

Quindi il monito a non sprecare la lezione della crisi pandemica: "Non vogliamo sprecare questa crisi, ritornando come prima, come se niente fosse successo. Per non sprecarla dobbiamo comprendere la pandemia con i sentimenti di Gesù e convertirci, accogliendo l’invito del Signore davanti alle avversità che segnano la fragile (chi credevamo di essere?) vita degli uomini. ’Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo’".

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