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Covid, Conte: "Missione Russia era sanitaria, non emersi elementi spionaggio"

20 aprile 2022 | 21.01
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L'ex premier: "Russiagate? L'Italia ed io non c'entriamo nulla con questa vicenda". E sull'Ucraina sollecita: "Tutti si sforzino per negoziato con Putin e soluzione politica"

Covid, Conte:

"La missione russa a marzo 2020 non ha mai travalicato i confini sanitari. Putin disse che erano unità specificamente attrezzate e non sono emersi elementi di spionaggio. Ho comunque predisposto tutti i nostri comparti perché seguissero la delegazione russa, perché la confinassero e prendessero le giuste precauzioni. Altrimenti avremmo dovuto respingerli". Lo ha assicurato Giuseppe Conte, ospite di Lilli Gruber a 'Otto e mezzo' su La7.

"Le autorità sanitarie di Bergamo - ha aggiunto l'ex premier - mi dissero che la delegazione era stata confinata all'ospedale da campo ma mi dissero che era stata molto utile, nel luogo dove in quel momento c'erano le bare, dove stava accadendo una tragedia...".

Tornando poi sul Russiagate Conte ha chiarito che "l'Italia ed io non c'entriamo nulla con questa vicenda, che già 3 anni fa è stata vivisezionata dal Copasir ed è stata chiarita. Barr voleva uno scambio di informazioni, la cosa è secretata, non posso dire quali fossero ma erano informazioni che non riguardavano autorità italiane. Al secondo incontro - ha spiegato il leader 5 Stelle - c'è stato il reale confronto tra Barr e i Servizi segreti, i nostri si sono limitati allo stretto necessario, non gli hanno aperto l'archivio. A quell'incontro c'è stato poi un seguito colloquiale in un noto ristorante romano, ma questo non mi sembra un clamoroso scoop..."

"Barr, il quale come ministro della Giustizia ha sotto di sé i Servizi di intelligence dell'Fbi - ha aggiunto l'ex premier - quando ha trasmesso la lettera ufficiale tramite il nostro ambasciatore a Washingtonha messo per iscritto che non metteva in discussione il nostro operato ma che voleva solo uno scambio di informazioni. L'incontro è stato studiato e preparato, non sono stato né disinvolto né disattento. Io posso aver commesso errori come presidente del Consiglio ma se c'è una cosa che ho sempre perseguito in tutte le sedi è l'interesse nazionale. È un'infamità metterlo in discussione".

Quindi sul conflitto in Ucraina il leader 5 Stelle sollecita: "Tutti, anche il presidente Draghi, devono fare uno sforzo per tenere aperto il negoziato con Putin per trovare una soluzione politica".

"Dall'inizio della guerra -ha ricordato- continuo a ripetere la nostra ferma condanna dell'aggressione militare russa e il sostegno economico, militare e umanitario all'Ucraina, anche se quello delle armi é un passaggio più delicato per noi 5 Stelle. Se potessi, poi, direi da domani: embargo totale del gas russo. Ma sarebbe un atteggiamento propagandistico se non c'è una soluzione già pronta. Ma noi proponiamo che a maggio al Consiglio europeo si accetti un Recovery fund energetico, si convincano anche Rutte e Scholz".

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