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Covid, Istat: "Con 16 mln contagi e oltre 160mila morti, Italia tra più colpiti in Ue"

08 luglio 2022 | 12.07
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Soprattutto nella prima ondata, come la Spagna

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Con 16 milioni di contagi e oltre 160mila morti associati al Covid tra marzo 2020 e aprile 2022, l’Italia è stata, insieme alla Spagna, fra i paesi Ue maggiormente colpiti dalla pandemia, soprattutto nella prima fase. Il netto miglioramento è arrivato nel 2021 in concomitanza dell’avvio della campagna vaccinale. E' quanto emerge da Rapporto 2022 dell'Istat. A quanto rileva l'Istat, il 48% dei decessi è avvenuto nel 2020, il 37% nel 2021 e il 15% tra gennaio e aprile 2022. Nel confronto con il quinquennio pre-pandemico 2015-2019, nel 2021 si continua a registrare un eccesso di mortalità totale (63mila unità in più), ma in calo rispetto al 2020 (-37mila), anche nei segmenti più colpiti dalla prima fase della pandemia.

Nell’Ue27 il totale dei decessi in eccesso ha superato i 500mila nel 2020 e i 650mila nel 2021, con un contributo dell’Italia che è passato dal 19% circa del primo anno di pandemia a meno del 10% nel 2021 e nei primi mesi del 2022. Nel nostro Paese il tasso standardizzato di mortalità (885 decessi per 100mila abitanti) è in calo nel 2021 rispetto al 2020 (941) e si conferma ben sotto la media europea (1.056) che, al contrario, registra ancora nel 2021 una crescita sull’anno precedente. Nei primi due mesi del 2022 il trend decrescente del tasso standardizzato italiano prosegue e inizia anche a livello europeo.

A quanto rileva l'Istat nel rapporto annuale, Italia e Spagna sono tra i paesi Ue27 più colpiti dalla prima ondata della pandemia, con un incremento del tasso standardizzato di mortalità che tocca il punto di massimo rispettivamente a fine marzo (+76,8%) e all’inizio del mese di aprile 2020 (+140,8%). Nei paesi dell’Est Europa l’epidemia ha prodotto i suoi effetti più devastanti solo nei mesi successivi, con incrementi percentuali del tasso standardizzato che nella seconda metà di ottobre 2021 ha rag¬giunto il +122,0% in Romania, seguita da Bulgaria e Slovacchia (rispettivamente +90,8% a inizio novembre e +78,9% a inizio dicembre).

Per l’insieme dell’Ue27 l’eccesso di mortalità è stato leggermente più elevato tra gli uomini, sia nel 2020 (+6,3% contro +5,0% per le donne) sia nel 2021 (+7,0% contro +6,5%). Lo svantaggio degli uomini è stato osservato anche in Italia ma solo nel 2020, annullandosi nel 2021. In Italia, nel 2020, l’eccesso di mortalità si è manifestato a partire dalla classe di età 45-59 anni (+2,5%), superando l’11% a partire dai 70 anni. Nel 2021, l’eccesso di mortalità è risultato simile a quello del 2020 nella classe 45-59 anni mentre è diminuito negli altri segmenti di età, soprattutto a partire dagli 80 anni, come accaduto anche in altri paesi che hanno avviato tempestivamente la campagna vaccinale tra gli anziani.

L’elevato eccesso di mortalità registrato nei due anni di pandemia ha comportato una diminuzione della speranza di vita in quasi tutti i paesi europei, seppure di entità e durata differenziate. In Italia e Spagna il calo si è concentrato nel 2020 con un accenno di ripresa nel 2021. In altri paesi, in particolare dell’Est europeo, la riduzione è stata accentuata soprattutto nel 2021. Alcuni, come Finlandia e Danimarca, non hanno registrato variazioni di rilevo nel biennio pandemico. Lo rileva l'Istat nel rapporto annuale 2022.

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