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Crisi: Cribis d&b, 2 imprese su 3 non rispettano scadenze pagamenti

06 aprile 2015 | 17.14
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A marzo si ferma l'impennata dei ritardi nei pagamenti. Oggi solo il 36,3% delle imprese italiane è puntuale nei pagamenti, la peggior performance degli ultimi cinque anni (-4,6% rispetto a un anno fa, ma -18% rispetto al picco positivo del 2012).

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A marzo si ferma l'impennata dei ritardi nei pagamenti, ma due aziende su tre non rispettano le scadenze. E' quanto emerge dallo studio pagamenti di Cribis d&b, la società del gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane. Oggi solo il 36,3% delle imprese italiane è puntuale nei pagamenti, la peggior performance degli ultimi cinque anni (-4,6% rispetto a un anno fa, ma -18% rispetto al picco positivo del 2012). Il 48% paga con 30 giorni al massimo di ritardo, mentre è stabile al 15,7% la quota di chi salda le fatture oltre un mese dopo la scadenza, un valore che però è quasi tre volte (+185,5%) il dato di fine 2010. E non si prevedono a breve inversioni di rotta.

Il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane, si spiega, ''è mutato radicalmente con il perdurare della crisi. A fare maggiormente le spese del nuovo scenario è il commercio al dettaglio'', punto finale di tutte le filiere industriali: solo un quarto (25,4%) delle imprese del settore ha rispettato i termini di pagamento alla scadenza, mentre un altro quarto (24,6%) ha saldato le fatture con oltre il mese di ritardo.

Il paragone con i dati di fine 2010, secondo Cribis d&b, è sintomatico delle difficoltà che stanno vivendo gli 1,2 milioni di imprese commerciali (pari a circa un quinto della popolazione imprenditoriale del Paese): la percentuale di ritardi gravi è cresciuta del 232,4%, un dato che rischia di condizionare l’intero sistema economico nazionale. “La crescita dei ritardi gravi che aveva caratterizzato gli scorsi anni si è fermata, ma non dobbiamo aspettarci che torni ai livelli pre-crisi”, commenta l'amministratore delegato Cribis d&b, Marco Preti.

Dall'analisi delle diverse aree emerge che il Nord-Est risulta la macro-area geografica più affidabile, con il 45,6% di pagamenti regolari e solo l’8,8% di pagamenti oltre i 30 giorni, mentre le imprese meridionali mostrano le solite difficoltà: solo il 22,4% di pagatori regolari e ben il 27,3% in ritardo significativo. Nord-Ovest è pochi punti percentuali sotto alle performance del Nord-Est: il 43% delle imprese è puntuale, il 10,1% paga con gravi ritardi. Più in difficoltà gli operatori nel Centro Italia: la metà (50%) paga entro i 30 giorni, solo il 31,5% alla scadenza e appena il 18,5% oltre un mese.

A livello di singole regioni, l’Emilia-Romagna si conferma un’eccellenza in tema di pagamenti commerciali con quasi la metà (46,6%) di imprese puntuali. Seguono, ma staccate di pochissime lunghezze, il Veneto con il 46,1% e la Lombardia con il 46% di pagatori virtuosi. Tre regioni in cui i ritardi gravi non superano il 9,2% (dato della Lombardia).

Situazione diametralmente opposta per Calabria, Campania e Sicilia, che occupano le ultime tre posizioni nel ranking nazionale con quote che oscillano tra il 18,9% e il 21,3% di buoni pagatori. Nel Centro Italia si distinguono per puntualità le Marche (40,4%, quasi nove punto sopra la media dell’area), mentre il Lazio guadagna la maglia nera: appena un quarto (25,8%) delle imprese paga alla scadenza, mentre il 23,5% si attesta oltre i 30 giorni.

Molto eterogeneo l’andamento dei vari settori, secondo l’analisi condotta da Cribis d&b. Il comparto dei servizi finanziari è quello che gode di miglior salute con una quota del 48,5% di performance virtuose, a fronte di un 10,4% di ritardi gravi. Bene anche i servizi (40,8% di imprese puntuali). Preoccupano le difficoltà del commercio al dettaglio, che rischiano di condizionare l’andamento di tutte le filiere produttive a monte. Appena un quarto (25,4%) delle imprese appartenenti al comparto è puntuale, a fronte di un altro quarto (24,6%) di ritardatari gravi.

In questo settore si registra inoltre una crescita del 232,4% dei cattivi pagatori rispetto al 2010. Andamento negativo anche per il settore edile, che ha visto crescere i ritardi gravi del 178% negli ultimi 5 anni. L’analisi dei pagamenti per dimensione aziendale sfata alcuni luoghi comuni: le imprese più affidabili dal punto di vista commerciale sono le microrealtà, con una concentrazione del 37,4% nella classe di pagamento alla scadenza.

Parallelamente, però, le piccolissime ditte sono anche quelle che presentano il maggior numero di pagamenti con oltre un mese di ritardo (17,4%) con un peggioramento del +200% rispetto al 2010. Andamento opposto per le grandi imprese, virtuose solo nel 16,1% dei casi ma in grave ritardo in una percentuale pari alla metà (8,4%). Situazione intermedia per le Pmi, che registrano percentuali di ritardi gravi pari al 10,1%, mentre i pagamenti regolari si attestano al 35,6%.

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