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Crisi governo, Alden (Atlantic Council): "Usa perdono riferimento"

21 luglio 2022 | 20.30
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L'esperto: "Sul partito all'opposizione nessun timore, è stato granitico sulla politica estera draghiana"

Crisi governo, Alden (Atlantic Council):

Senza Draghi gli Usa perdono "un campione dell'euro-atlantismo" e un punto di riferimento "importantissimo" nell'Ue, mentre l'Europa occidentale si "indebolisce", con incognite che si aprono sulle "garanzie" che Francia e Germania saranno in grado di assicurare a Kiev. Alexander Alden, senior fellow dell'Atlantic Council, il think tank che solo un paio di mesi fa a Washington ha premiato l'ex numero uno della Bce, segue attentamente le vicende politiche italiane e sottolinea come il futuro governo di Roma avrà in ogni caso "solide" relazioni con la Casa Bianca.

"Draghi ha fatto capire all'Italia cosa vuol dire contare" in questi 18 mesi al governo, spiega in un'intervista all'Adnkronos, nella quale non nasconde che il premier dimissionario ha espresso ai massimi livelli una politica che combinava un'Ue forte con "la capacità di confrontarsi con realtà geopolitiche integrate con l'Alleanza Atlantica".

A Washington, prosegue l'esperto, "non c'è preoccupazione", ma la "percezione" di un indebolimento dell'Europa occidentale e di conseguenza del "fronte solidale euro-atlantico" nei confronti dell'Ucraina, dal momento che sia il presidente francese Macron che il cancelliere Scholz vengono in qualche modo considerati "accomodanti" nei confronti della Russia di Putin.

La domanda ora, secondo Alden, è se l'asse franco-tedesco sarà in grado di tenere la stessa linea intransigente con Mosca che aveva con Draghi e se l'Italia "continuerà ad avere un ruolo di riferimento", mantenendo un rapporto da pari a pari con i due 'big' europei. Il timore, per Alden, è che - uscito di scena Draghi - Francia e Germania promuovano "un compromesso a spese della sovranità dell'Ucraina".

"Cosa accadrà senza la mano ferma di Draghi nel triumvirato con Scholz e Macron? Se non ci fosse stato Draghi a Kiev, di per sé un fatto straordinario dal momento che francesi e tedeschi non chiamano di solito gli italiani per le questioni importanti, avrei avuto più preoccupazioni sull'incontro con Zelensky", incalza l'esperto, riferendosi al rischio che Berlino e Parigi potessero chiedergli di fare delle "concessioni".

Sul futuro politico dell'Italia, l'esperto dell'Atlantic Council sottolinea che, a prescindere da Draghi, le relazioni tra Washington e Roma "erano, sono e saranno sempre solide". Il punto, prosegue, è capire se l'Italia sarà capace di "tradurre queste relazioni sul palcoscenico internazionale o no". In altre parole se l'Italia si farà fagocitare dai suoi problemi interni o manterrà un ruolo di primo piano almeno a livello europeo.

"Con Draghi sono emerse figure politiche che possono essere i nuovi pilastri italiani dell'alleanza occidentale: per esempio Guerini, Di Maio, Giorgetti ed anche Giorgia Meloni all'opposizione", conclude Alden, secondo cui "per ironia della sorte l'unico partito che ha sostenuto la politica estera draghiana in un modo granitico è stato quello all'opposizione" dell'ex numero uno della Bce. Il resto dello scenario politico italiano, invece, lascia alcune perplessità a Washington soprattutto per le assonanze di alcuni partiti in passato in chiave russa o per mancanza di coerenza in politica estera.

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