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Allarme siccità in Sicilia, gli invasi restano vuoti

12 marzo 2024 | 15.14
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Una distesa di terreno a secco
Una distesa di terreno a secco

Le piogge degli ultimi giorni sono state una manna dal cielo ma, purtroppo, non bastano per "recuperare il pesante deficit pluviometrico accumulato nei mesi precedenti", come dice il Servizio agrometeorologico siciliano. Ecco perché gli invasi non si sono riempiti e in Sicilia lo spettro della siccità è ancora dietro l'angolo. Solo alcuni invasi hanno ottenuto "un limitato recupero delle riserve". Dopo un buon inizio del mese di marzo, che "ha determinato ulteriori buoni apporti specie sul settore occidentale e sul settore tirrenico", adesso si attende di capire se le prossime perturbazioni, per ora dall'esito incerto, consentiranno "un ulteriore e più significativo recupero che porti benefici anche alle riserve nei corpi idrici sotterranei e superficiali". In altre parole, l'allarme siccità è più attuale che mai.

Intanto, nei giorni scorsi è arrivato un nuovo razionamento dell’acqua, Oltre a Palermo, Trapani, Caltanissetta e Agrigento, adesso c'è pure Enna. Da settimane i Comuni in cui è stata razionata l'acqua sono 160 su 391. Tra cui Caltanissetta, dove molte famiglie sono costrette ad acquistare l'acqua, perché razionata. Ma il rischio siccità è troppo alto, dal momento che la Sicilia "è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in 'zona rossa' per carenza di risorse idriche in compagnia di Marocco ed Algeria". Come emerge dall'ultima relazione climatica del Dipartimento dell'Agricoltura della Regione siciliana la situazione climatica attuale in Sicilia è particolarmente "severa e a meno che non arriveranno abbondantissime precipitazioni primaverili è destinata a peggiorare con conseguenze devastanti per tutta l’agricoltura siciliana in primis gli allevamenti zootecnici, il grano duro e tutte le colture ortive e arboree (agrumi, fruttiferi, vite e olivo) che dovranno fare i conti con l’assenza di riserve idriche nel terreno, nei pozzi, nei laghetti aziendali e nelle dighe".

Dicembre ha fatto registrare per il quarto mese pesanti deficit accumuli

Una "situazione straordinaria" che "ricorda il 1990 e quella del 2002 (Intervento della Protezione civile per il foraggio, l’acqua negli allevamenti e la “rottamazione dei bovini”). "La gravità della situazione odierna è complicata dalla mancanza totale di pascoli verdi congiunta alla carenza di fieno (lievitato nel frattempo dal prezzo ordinario di 30 euro/ballone fino a 150) poiché lo scorso mese di maggio l’eccesso di precipitazioni ne ha compromesso quantità e qualità; qualora venga somministrato si compromette la salute degli animali".

Le piogge del 2023 pari a 588 mm ricadono nella media climatica "ma nascondono in realtà un bilancio problematico più di quanto non appare a prima vista perché la distribuzione temporale e territoriale degli eventi ha presentato anomalie di grande rilevanza". Come il ciclone Helios di febbraio del 2023 che ha investito le province di Ragusa, Siracusa, Catania: a Scicli caddero 228,8 mm (il 54% delle precipitazioni medie annuali). Mentre il mese di maggio 2023 è stato il più piovoso da 1921 che ha devastato le produzioni di foraggio, grano duro e la vitivinicoltura regionale con la peronospora.

Il mese di dicembre del 2023 ha fatto registrare per il quarto mese consecutivo pesanti deficit negli accumuli pluviometrici, determinando una situazione per alcuni versi del tutto inedita, anche a confronto con i gravi periodi di siccità degli anni '70 e '80 e con quello del 2002. Secondo l'analisi delle serie degli Annali idrologici, "mai infatti in Sicilia dal 1921 le precipitazioni erano state così scarse nel secondo semestre dell'anno, risultando, come media regionale, inferiori anche a quelle della grave siccità del 1977". Se attualmente il deficit non risulta così grave nei bilanci pluviometrici a medio termine, è solo grazie alle anomale piogge dei mesi di maggio e giugno, i cui eccessi tuttavia più che apportare benefici determinarono danni significativi a diverse colture. Sulla rete Sias il mese di dicembre ha fatto registrare un accumulo medio regionale stimato in 30 mm, per effetto di sole tre perturbazioni degne di nota, oltre ad una serie numerosa di eventi poco significativi, legati per lo più al transito di masse d'aria blandamente instabili.Il numero medio di giorni piovosi è stato pari a 5, ampiamente variabili tra gli zero eventi registrati dalla stazione Sias Agira (Enna), raggiunta in qualche caso da piogge che non hanno raggiunto 1 mm giornaliero, e gli 11 giorni di Pantelleria, interessata tra l'altro dalla promettente depressione che il giorno 18 si è sviluppata soprattutto sullo Stretto di Sicilia, interessando poi solo marginalmente la terraferma.

Tutte le stazioni della rete Sias, con la sola eccezione di Pantelleria, hanno registrato "accumuli inferiori alla norma del periodo", con lo scarto percentuale più accentuato, -96%, presso la stazione Agira. Numeri che fanno sempre più paura. (di Elvira Terranova)

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