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Cortei, Anip Italia Sicura lancia la proposta: "Istituire una zona rossa"

05 marzo 2024 | 20.27
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'Evitare il contatto diretto fra manifestanti e agenti, impedire atti lesivi e provocatori contro forze ordine'

Polizia in assetto antisommossa  (Fotogramma)
Polizia in assetto antisommossa (Fotogramma)

"Il diritto di manifestare è sacrosanto, ma è anche sacrosanto il rispetto delle norme che regolano quel diritto. A tal proposito proponiamo, proprio per garantire più sicurezza agli operatori di polizia, di inserire nelle norme che regolano l’ordine pubblico, l’istituzione di una zona rossa, da adottare durante le manifestazioni, in modo tale di evitare il contatto diretto fra il corteo e gli agenti, allo scopo di impedire ai manifestanti di compiere, nei confronti delle forze di Polizia, deplorevoli atti lesivi della persona e comunque atti provocatori". Lo sottolinea il sindacato di Polizia Anip Italia Sicura in una nota del coordinatore per la Sicurezza Gianfranco Giuseppe Petralia e del segretario generale nazionale Flavio Tuzi dopo le polemiche sui cortei di Pisa e Firenze.

"Più volte ci siamo trovati personalmente in servizi di ordine pubblico, quasi tutte manifestazioni studentesche, dove purtroppo in molte occasioni hanno perso la vita giovani colleghi e molti altri sono rimasti feriti anche in modo grave - sottolineano - Questi drammatici eventi si sono verificati in ragione della presenza di infiltrati, gruppi di giovani senza scrupoli la cui missione è solo quella di destabilizzare l’ordine democratico. Ecco perché è necessaria la preventiva comunicazione; creare un dialogo con l’Autorità e quindi stabilire una collaborazione finalizzata a garantire il diritto di manifestare e ad evitare per quanto possibile dannose infiltrazioni che sistematicamente minano quel diritto, ponendo addirittura in secondo piano i veri obiettivi della manifestazione".

"Garantire l’ordine e la sicurezza pubblica è una attività molto complessa e seria che deve tenere in considerazione anche il momento storico in cui si agisce - proseguono i rappresentanti di Anip Italia - Oggi con la precaria situazione politica internazionale è viva la possibilità di insidiose infiltrazioni nelle manifestazioni pubbliche. Per l’avvenire auspichiamo che tutte le parti interessate riflettano molto su quanto accaduto e sulle pericolose conseguenze che determinate dichiarazioni possono provocare".

Riguardo ai fatti Pisa e Firenze, Petralia e Tuzi ricordano infatti le polemiche politiche che hanno scatenato "forti dichiarazioni denigratorie nei confronti della Polizia, in gran parte proferite da personaggi pubblici appartenenti ad una certa classe 'culturale' L’autorevolezza di coloro che ricoprono importanti cariche politiche, istituzionali, scolastiche ed anche nel campo dell’informazione, non si afferma a colpi di deliranti dichiarazioni pubbliche che ingenerano diffidenza e odio nei confronti delle forze di polizia. Strumentalizzare questi accadimenti, come è stato ipotizzato in più talk show e da varie testate giornalistiche, per fini elettorali o ancora peggio per delegittimare il governo, proprio nel momento in cui è impegnato a rappresentare l’Italia in tavoli internazionali importantissimi come il G7, non ha nulla di onorevole. Come non ha nulla di onorevole utilizzare strumentalmente le dichiarazioni del presidente della Repubblica per giustificare o addirittura rafforzare attacchi di ogni tipo contro la polizia e il governo".

L'Anip Italia Sicura sottolinea che "impedire la prosecuzione dell’itinerario autonomamente stabilito dai dimostranti di Pisa, senza la dovuta comunicazione preventiva, in quella situazione era un preciso dovere da parte delle forze di polizia, proprio per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, e per tutelare anche la proprietà di tutti".

"A tal proposito ci chiediamo: se era una manifestazione pacifica come dicono, perché gli organizzatori non hanno provveduto entro i termini ad effettuare la dovuta comunicazione preventiva all’autorità di pubblica sicurezza? - proseguono - E ancora: perché non hanno ritenuto di aderire agli inviti della polizia di collaborare recedendo dall’intento di accedere in quella piazza? Inoltre, qualora i manifestanti avessero avuto la possibilità di superare il blocco della polizia e attraverso gli infiltrati, in questi casi sempre presenti, danneggiare autovetture, negozi, segnaletiche stradali o, peggio ancora, obiettivi sensibili, come si è verificato in altre manifestazioni, oggi le accuse sarebbero state sempre dirette verso la polizia, per non essere stata in grado di garantite l’ordine e la sicurezza pubblica. Ebbene, siamo stanchi di questi giochetti, sono stati superati tutti i limiti e gli effetti devastanti li abbiamo già visti".

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