L'Istituto mette al centro un valore etico e sociale decisivo in un'epoca di incertezze, richiamando soprattutto i giovani a coltivare legami solidi, responsabilità condivise e speranza nel futuro
La Treccani ha scelto "fiducia" come parola dell'anno 2025, sottolineando la sua rilevanza etica e sociale in un periodo segnato da incertezze geopolitiche e tensioni sociali. Dopo aver premiato "rispetto" nel 2024, l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana punta ora l'attenzione su un concetto che diventa essenziale per affrontare il futuro con serenità e speranza, rafforzando legami solidi e affidabili tra individui, comunità e istituzioni.
Definita dal Dizionario dell’italiano Treccani 100 come "l'atteggiamento di tranquilla sicurezza che nasce da una valutazione positiva di una persona o di un gruppo di persone, verso altri o verso sé stessi", la "fiducia" si manifesta in molteplici dimensioni: personale, sociale e comunitaria. Rappresenta il filo sottile che consente di aprirsi, condividere idee, progetti e paure, e costruire legami duraturi.
La scelta dell'Istituto Treccani - con alla presidenza il filologo e critico letterario Carlo Ossola e alla direzione generale Massimo Bray - tiene conto anche del crescente interesse dei giovani: sul portale treccani.it, "fiducia" è risultata tra le parole più cliccate e ha registrato il maggior incremento percentuale rispetto all'anno precedente. Per la Treccani. come evidenzia in un comunicato, "la fiducia è oggi una parola fragile e insieme necessaria, soprattutto tra i giovani che sentono il bisogno di riannodare i legami e di credere in qualcuno o qualcosa senza temere delusioni. Solo quando ci si fida si è disposti ad aprirsi, a condividere pensieri, paure e progetti".
Radicata nel latino - "fides" e "fidelitas" - e sviluppata nel Medioevo, la "fiducia", spiegano gli esperti della Treccani, è "uno dei termini più ricorrenti quando si parla di affidamento, confidenza, fedeltà, fede, responsabilità e speranza nell'avvenire". "Fiducia erecti et confirmati", nella fiducia edificati e confermati, scriveva nel Medioevo il teologo Adamo Scoto. In tempi più vicini a noi, Papa Giovanni Paolo II ha ricordato che "la fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti".
Per questo l'Istituto Treccani - che quest'anno festeggia il centenario della fondazione da parte dell'imprenditore ed editore Giovanni Treccani degli Alfieri e del filosofo Giovanni Gentile - "invita a considerare la fiducia non solo un sentimento, ma una pratica quotidiana: un patrimonio etico condiviso che nutre il vivere comune". (di Paolo Martini)