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Il 'turista per caso' Roversi: "Città 30? E' un sacrificio ma ne vale la pena..."

01 marzo 2024 | 13.38
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"Il traffico va regolamentato e l'idea di correre mi sembra proprio l'ultima delle opzioni"

Patrizio Roversi
Patrizio Roversi

Da bolognese di adozione "penso tutto il bene possibile sulla città a 30 all'ora". Così all'Adnkronos il 'turista per caso' Patrizio Roversi, attore e conduttore tv, riguardo alle 'Città 30', a margine del primo Basilicata Bike Forum sul tema 'Bikeconomy e comunicazione nel cicloturismo' a Matera. "E' chiaro che sia una proposta che va adattata a seconda delle zone, ma, per carità, non sono un urbanista e non entro nel merito. Lo dimostrano però le statistiche che una minore velocità in città salva la vita delle persone riducendo di molto le vittime. E potremmo chiuderla qui. Ma c'è di più, un approccio più lento, rispettoso, sarebbe un cambio di passo considerevole dal punto di vista culturale", dice.

Di recente, a Bologna, "ho preso un taxi e dovevo fare un percorso anche abbastanza lungo - racconta Roversi che ha lasciato la città per andare a vivere a Venezia -, il tassista per evitare i 30 all'ora ha consigliato di prendere la tangenziale. Una volta lì, imbottigliati nel traffico, abbiamo fatto i 22, altro che 30 all'ora! Certo, capisco, che è un piccolo sacrificio ma ne vale la pena, specie se pensiamo ai luoghi frequentati da biciclette, bambini, autobus. Il traffico va regolamentato e l'idea di correre mi sembra proprio l'ultima delle opzioni. Sono contento - aggiunge poi - che Bologna abbia ritrovato un po' il suo ruolo di laboratorio, di avanguardia che lancia delle provocazioni positive".

Parlando di cicloturismo, Roversi sottolinea poi che questo segmento "risolve tanti problemi e offre tantissime opportunità, permette di ammirare i paesaggi, di entrare nei centri storici e avere maggiori relazioni con le persone. Richiede, inoltre, delle infrastrutture leggere, semplici anche se devono essere precise per questioni di sicurezza. Il cicloturismo, in parte, è un regalo che ci hanno fatto gli stranieri che arrivavano anni fa nel nostro paese pedalando biciclette cariche di tende e altro; noi li guardavamo come 'fenomeni'... poi il viaggio in bici ha cominciato a prendere piede anche in Italia, ho amici che hanno fatto grandi imprese. Ma al di là di questo, la bicicletta rappresenta una quotidianità anche per persone 'normaloidi' come me... grazie anche alla pedalata assistita".

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