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Rosolia, Burioni: "Decisione sbagliata" stop a screening in gravidanza

"Anzi bisognerebbe incoraggiare le donne in età fertile a controllare la situazione sierologica anche contro altri virus"

Analisi di laboratorio (Fotogramma)
Analisi di laboratorio (Fotogramma)
16 gennaio 2024 | 12.43
LETTURA: 2 minuti

"Dopo che l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito la rosolia dal 2021 eradicata nel nostro Paese, lo screening per questa infezione non viene più raccomandato" alle mamme in attesa, ha spiegato l'Istituto superiore della sanità comunicando nelle scorse settimane le nuove Linee guida sulla gravidanza fisiologica elaborate dal Sistema nazionale linee guida (Snlg). "La ritengo una decisione sbagliata", commenta oggi su X Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

"Anzi - precisa - bisognerebbe incoraggiare le donne in età fertile a controllare la situazione sierologica (anche contro altri virus), per poter vivere una futura gravidanza nel modo più sereno e sicuro possibile".

"L'eliminazione della trasmissione endemica del virus della rosolia - sottolineava l'Iss - è un grande successo di salute pubblica, frutto di un lavoro tenace che ha permesso di raggiungere alte coperture vaccinali nella popolazione e di rinunciare così allo screening in gravidanza".

La precisazione dell'Iss

"L'aggiornamento della linea guida Gravidanza fisiologica - precisa l'Iss online - comprende tre raccomandazioni sulla rosolia, nella prima delle quali viene raccomandato di non offrire lo screening di questa infezione in gravidanza. Questa raccomandazione è sostenuta da: un tasso di copertura vaccinale nella popolazione generale (ottobre 2022) pari a 93,8% a 24 mesi di età (coorte di nascita 2020) e un tasso di copertura vaccinale a 18 anni (coorte di nascita 2003) del 93,3% per la prima dose e dell'89,0% per la seconda dose; da una incidenza di sindrome da rosolia congenita inferiore a 1 su 100mila nati vivi nel 2013, con assenza assoluta di casi dal 2018; dall'inclusione dell'Italia nel 2021 nella lista dell'Organizzazione mondiale della sanità dei Paesi che hanno raggiunto l'eliminazione della trasmissione endemica del virus; dalla presenza di un sistema di sorveglianza dell'infezione in grado di rilevare tempestivamente ogni eventuale variazione del quadro epidemiologico nazionale".

"Poiché la vaccinazione rappresenta l'unica strategia efficace di prevenzione della rosolia - evidenzia ancora l'Iss - la linea guida Gravidanza fisiologica raccomanda inoltre di offrire la vaccinazione anti-rosolia dopo il parto a tutte le donne suscettibili", ossia "le donne cioè che non abbiano documentazione di avvenuta vaccinazione con due dosi di vaccino o di pregressa infezione, e di informarle sulla gratuità dei test per verificare la suscettibilità e della gratuità della vaccinazione in periodo preconcezionale".

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