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Csm, Carra: "Davigo si trova in mia stessa situazione di quando mi interrogava..."

06 maggio 2021 | 18.07
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L'avvocato Enzo Carra, ex portavoce di Arnaldo Forlani, intervistato dall’AdnKronos

(FOTOGRAMMA)
(FOTOGRAMMA)

"Davigo oggi si trova più o meno nella mia stessa situazione, persona informata dei fatti. Per lui dovrebbe valere il teorema del ‘non può non sapere’. Sul 'Corriere della Sera' Buccini scrive che io ‘nicchiavo’. No, la verità è che il Pool di Milano era certo che io non ‘potevo non sapere’ che cosa era successo in relazione a cose di cui, com’è poi risultato, io non sapevo niente. Quindi perché avrei dovuto dire delle cose che non sapevo? Tra l’altro quello che mi interessa di più è capire quando, come e da chi Buccini viene a sapere che i famosi schiavettoni non siano stati imposti dal Pool o magari dallo stesso Davigo. Lui scrive ‘non per volontà di Davigo’. Excusatio non petita”. A dirlo all’AdnKronos è l’avvocato Enzo Carra, ex portavoce di Arnaldo Forlani, commentando un articolo apparso oggi sul 'Corriere della Sera' a firma Goffredo Buccini, nel quale si legge che Davigo (sentito a Roma come testimone nell’ambito della vicenda relativa ai verbali dell’avvocato Amara), “sa benissimo quanto sia scomoda quella posizione, nella quale (a differenza dell’indagato) la persona informata sui fatti non ha facoltà di mentire, avendo fatto arrestare proprio per questo, un 4 marzo di 28 anni fa, il portavoce di Forlani, Enzo Carra, che nicchiava sulla maxitangente Enimont non volendo inguaiare il suo capo e fu poi sottoposto (non per volontà di Davigo) all’umiliazione di un passaggio in manette tra fotografi e telecamere”.

Per Carra, quanto sta accadendo intorno al Csm e alla magistratura, “è veramente un guaio, perché tutti noi dipendiamo dalla giustizia e abbiamo bisogno di una giustizia e di una magistratura. Quella è stata un’altra cosa, una pagina ormai trascorsa che ha avuto tutti i suoi effetti, che in parte erano addirittura giusti, perché che ci fossero degli episodi, come sempre ci sono stati, anche dopo, di corruzione e anche di malavita nella politica, questo purtroppo è un fatto ricorrente. Quella è stata una specie di ‘rivoluzione’, prendiamola come tale, ha avuto i suoi effetti e saranno i posteri a giudicare. Tra poco dovrebbe uscire il mio libro e parleremo anche di quella storia”. Ma, aggiunge Carra, “una crisi nella magistratura di questa portata è inedita, perché non si tratta di una persona, non si tratta della loggia ‘Ungheria’. Dal libro di Palamara in poi siamo venuti a conoscenza di cose raccapriccianti. Raccapriccianti per i cittadini italiani, perché tutti hanno bisogno di giustizia, e per quello che ci chiede l’Europa, che vuole una giustizia più veloce. Ma se noi invece di pensare alla giustizia pensiamo ai giudici, è un po’ diverso”.

Subito dopo Carra sottolinea all'Adnkronos: “Leggo che si sono passati questi verbali altamente riservati, leggo che forse è addirittura un reato, ma comunque, se non lo è, certamente è una cosa che non si dovrebbe fare. Capisco che possa esserci in questo un tentativo di illuminare zone della magistratura sulle quali evidentemente Davigo e altri hanno qualcosa da eccepire, ma se vogliono eccepire questo, lo dicano. Ci sarebbero tanti modi. Se era un motivo per dire che la procura di Milano non sta facendo bene su una determinata inchiesta, forse c’erano anche modi più semplici. Davigo parla sempre in televisione, va sempre da Formigli, poteva andare lì e dire che a Milano sta succedendo qualcosa. Scegliere invece quest’altra strada non dico traversa ma oscura, secondo me è stato un danno per tutti e alla fine anche per Davigo”.

“Capisco che, poveretto – prosegue Carra -, essendo una persona che ha giudicato tutto il mondo, una volta che viene non dico giudicato… che poi tutto sommato viene trattato bene dai giornali, perché tutti hanno avuto bisogno in passato delle sue profezie, dei suoi rilievi e delle sue condanne. Insomma, Davigo è un personaggio importante e quindi si capisce che è stato preservato, ancora oggi. Da quanto è uscito sui giornali mi pare ci siano profili di rilievo, ma mi sembra che nessuno gli voglia del male. Ma nemmeno io gli voglio del male, solo credo che si dovrebbero chiedere se qualche volta anche loro, come molti altri italiani, non hanno fatto il male del Paese. Perché poi non è detto che questo modo di agire non abbia dei riflessi sull’opinione pubblica e quindi anche sul comportamento degli italiani”.

Quindi, aggiunge Carra, “non si tratta della delegittimazione dei magistrati, come dice mi pare Ermini, nessuno delegittima i magistrati, nessuno delegittima nessuno, anzi, tutti vogliono giustizia, dunque non mi pare che il problema sia la delegittimazione, però mi sembra che questo conflitto continuo, clandestino fra magistrati turba veramente l’opinione pubblica. Tra l’altro sfuggono anche i motivi. Perché se ce li dicessero forse staremmo anche più tranquilli, ma io non ho capito per quale motivo questi due magistrati che si sono scambiati i verbali avessero dei problemi con la procura di Milano. Capisco il rito Ambrosiano – conclude Carra -, però, voglio dire, Greco mi sembra un ottimo magistrato, mai attinto da polemiche, quindi ci spieghino per quali motivi Greco e la procura di Milano non sono in linea. Ma con chi? Qual è la linea? Se ce lo spiegassero sarebbe un passo avanti. Così io invece vedo una brutta prosecuzione di cose che abbiamo già letto sui giornali e sui libri. Non è un buon momento per loro”.

di Luca Rocca

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