Dal 7 al 17 novembre a Scalo57 un'esplorazione interdisciplinare tra arte, tecnologia e psicologia per la salute mentale
Non un gioco, ma un progetto culturale per esplorare la complessità emotiva e aumentare la consapevolezza sulla salute mentale. Si chiama 'Escape Room' la mostra che sarà ospitata a Roma dal 7 al 17 novembre presso lo spazio culturale Scalo57, in via dello Scalo San Lorenzo 57. L'iniziativa interdisciplinare si avvale di mezzi artistici, tecnologici ed educativi per offrire al pubblico un'esperienza immersiva e uno spazio di dialogo.
Partendo dalla metafora di uno "spazio mentale chiuso", il progetto propone una riflessione sugli stati emotivi difficili e sui blocchi interiori. Un'immagine che affonda le radici in riferimenti culturali profondi, dalla caverna di Platone, dove gli uomini vedono solo le ombre della realtà, fino agli universi mentali dei film di David Lynch, in cui i personaggi restano intrappolati in una "Black Lodge" interiore. L'obiettivo è stimolare empatia e consapevolezza, offrendo uno spazio sicuro e creativo per comprendere il mondo emotivo.
Il progetto prende vita attraverso le opere di tre artiste con background differenti. Ana Dripal, videografa e psicoterapeuta, presenta un video immersivo. L'opera è un film frammentato in episodi, ambientato in spazi diversi, che costruisce un labirinto fisico come riflesso del labirinto emotivo di un amore. L'installazione indaga i confini tra l' 'io' e l' 'altro' e la capacità di accettare l'alterità. Maria Galie, artista visiva e arteterapeuta, fondatrice di Byzarticon e promotrice dello spazio culturale Scalo57 di Roma. In 'Escape Room' presenta un'installazione composta da opere realizzate durante un laboratorio di arteterapia con pazienti in trattamento per tumore al seno presso l’Ospedale Cantacuzino di Bucarest. A queste si aggiungono due installazioni interattive dedicate all'esplorazione delle emozioni. Ioana Mandrescu, artista del suono e musicista. I suoi lavori mettono al centro il corpo umano e i suoni che produce. L'artista colleziona oggetti abbandonati, storie e dati medici, trasformandoli in elementi per le sue opere e installazioni sonore.