
Consentiva di arrivare sul palco imperiale. La direttrice Alfonsina Russo: "Centrato un nuovo obiettivo"
Pareti rivestite di marmo, di cui ancora si riconoscono le tracce, stucchi sulla volta con scene tratte dal mito di Dioniso e Arianna. Nicchie all'ingresso in cui compaiono scene legate agli spettacoli nell'arena: scene di caccia al cinghiale, combattimenti con orsi accompagnati da intrattenimenti di acrobati, inganni dietro le porte da cui fuoriescono animali. Doveva apparire sfarzoso il cosiddetto Passaggio di Commodo, il percorso sotterraneo del Colosseo che collegava il palco riservato alle alte gerarchie dell'Impero con l'esterno dell'Anfiteatro Flavio. Un percorso che ora, per la prima volta, riapre ai visitatori dopo i lavori di manutenzione straordinaria, restauro degli stucchi e degli intonaci. Lavori frutto di un cantiere durato da ottobre 2024 a settembre 2025 - realizzato con fondi del Parco archeologico del Colosseo - che ha prodotto una nuova copertura della porzione di volta crollata, la valorizzazione illuminotecnica e la passerella di camminamento. Il Passaggio di Commodo non era stato previsto nella fase di costruzione del Colosseo ma fu ricavato in seguito tra il I e II secolo d.C. scavando le fondazioni dell’Anfiteatro Flavio. L’associazione al nome di Commodo (180-192 d.C.) deriva dalla rispondenza, tutt’altro che certa, con il luogo tenebroso dell’Anfiteatro nel quale l’Imperatore, amante ed esperto dei combattimenti gladiatorii, subì un attentato da parte di un congiurato (Cassio Dione, LXXII, 4).
"Il passaggio di Commodo - ha raccontato Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo e Capo Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del Mic - è stato realizzato tra Domiziano e Traiano, quindi dopo la costruzione dell'anfiteatro". Si chiama Passaggio di Commodo, ha proseguito Russo, "perché le fonti narrano che l'imperatore Commodo, che era appassionato di giochi gladiatori, subì un attentato in un luogo nascosto, in un luogo buio". Un attentato "collegato proprio al passaggio che consentiva agli imperatori di arrivare sul palco imperiale".
L'apertura, ha continuato la direttrice, "è per me una grande soddisfazione perché abbiamo raggiunto un altro obiettivo nell'ambito della linea strategica dell'accessibilità: quindi consentiamo per la prima a piccoli gruppi costituiti da 8 persone di accedere proprio nella galleria. Con fondi del parco archeologico del Colosseo abbiamo restaurato gli stucchi, le volte e le pareti". Un percorso ora visibile "per circa 40 metri" ma che, "in un secondo momento lo sarà per circa 55 metri. Il corridoio sotterraneo proseguiva anche all'esterno del monumento. Non si sa dove portava: ci sono diverse ipotesi su cui gli studiosi stanno lavorando. La prima è che portava ai palazzi imperiali", ha detto Russo. Questo significa che l'imperatore e la famiglia imperiale "arrivavano nel monumento dai palazzi imperiali, non visti dal pubblico". L'altra ipotesi è che "portava alle palestre, alla Ludus Magnus, e a tutte alle palestre. E' probabile che gli imperatori andavano ad incitare i loro beniamini nelle palestre e poi arrivavano non visti qui nel monumento".
Il passaggio adesso potrà beneficiare di una nuovo illuminazione derivata "dal progetto di Francesca Storaro che ha ricreato la luce naturale che doveva penetrare dalle bocche di lupo sulle volte che si potranno vedere poi all'esterno del Colosseo". I lavori, ha ribadito Russo, hanno tenuto conto di "un intervento legato all'accessibilità per tutti, all'accessibilità totale, che è una delle linee strategiche del parco archeologico del Colosseo, ma anche una linea strategica di tutto il ministero". Il Colosseo , ha aggiunto Massimo Osanna, direttore Generale Musei del Mic, "negli ultimi anni si è rinnovato completamente all'insegna non solo dell'accessibilità, di cui parliamo oggi, ma soprattutto della ricerca, della conoscenza e della tutela. Il Colosseo negli ultimi anni si sta veramente dimostrando uno dei luoghi più dinamici". Accessibilità che si traduce sia in una mappa tattile, sia in un video con la restituzione digitale delle tracce conservate. All’ingresso una scala – che si sovrappone, senza coprirli, ai sei gradini ottocenteschi realizzati per superare l’originario salto di quota con il piano dell’arena – si trasforma in una piattaforma elevatrice per consentire adeguatamente il superamento della pur limitata barriera architettonica.
Una soluzione, ha chiosato Osanna, "che potrà essere un modello per altri luoghi che hanno difficoltà analoghe a diventare accessibili a tutti. Lo scopo che il ministero della Cultura ha in questi anni, infatti, è proprio quello di rendere i luoghi della cultura non solo dinamici ma anche aperti a tutti dal punto di vista cognitivo. La ricostruzione è stata fatta con l'uso accorto di tecnologie digitali che trasformano proprio la possibilità di comprensione. Attraverso un QR code, è possibile rivedere com'era il Passaggio, fruire il luogo com'era".
In questo quadro, Osanna ha anticipato che "nei prossimi mesi ci saranno molte altre inaugurazioni; dobbiamo arrivare a giugno dell'anno prossimo a chiudere i progetti vedendo così completamente rinnovati i nostri musei nel loro linguaggio, nella loro narrazione e nei loro allestimenti". Si tratta di un'occasione "irripetibile per trasformare i nostri musei". Per l'accessibilità ci sono "ben 300 milioni di euro che interessano non solo i musei ma anche biblioteche ed archivi: sono 1100 i progetti, di cui 820 circa sono quelli nazionali mentre gli altri sono luoghi non statali pubblici o privati", ha concluso direttore Generale Musei.