
Messaggio del presidente della Repubblica al festival Pordenonelegge
Le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come un viatico prezioso, il più autorevole e gradito per siglare l'avvio della 26esima edizione di Pordenonelegge: un messaggio strettamente legato ai valori e al tema della Festa del libro e della libertà che quest'anno ha scelto come filo rosso l'Europa e che ancora una volta si proietta fortemente sul proprio tempo, restando salda "sull'uscio della storia".
"Leggere ha a che fare con la libertà - ha spiegato il presidente Mattarella nel lungo e intenso saluto inviato a festival della città friulana, proiettato nella serata di oggi al Teatro Verdi, in occasione della cerimonia inaugurale, e letto da 'un giovane Angelo', un'adolescente volontaria della rassegna - L'Europa non esisterebbe senza i libri: il lavoro dei monaci ci ha consegnato testi antichi che, diversamente, sarebbero andati perduti. Oggi i libri possono essere in campo per dare sostegno e forza alla libertà e all'Europa".
"Pordenonelegge sceglie, in questo, un gesto di coerenza ed esprime richiamo all’impegno comune", ha osservato il presidente Mattarella, ricordando che "Pordenonelegge negli anni si è caratterizzata come appuntamento sempre più significativo, individuando un percorso originale nel ricco panorama degli eventi editoriali italiani. Non solo in direzione della presentazione di opere dell'ingegno, bensì alla proposta di valori in ordine alla società contemporanea. Cioè dimensione di impegno. Quest'anno, lo stretto legame che Pordenonelegge ha voluto stabilire con i valori della libertà e dell'Europa rende questo appuntamento ancora più prezioso, nel contesto di crisi di valori offerta dal panorama internazionale". E insieme alle parole del Capo dello Stato, hanno accolto il pubblico del festival le note dell'Inno alla gioia, adottato dall’Europa, e quelle dell'inno nazionale di Mameli: un benvenuto solenne, nel segno della casa comune italiana ed europea.
Condotta dalla direttrice di Fondazione Pordenonelegge.it Michela Zin, la cerimonia inaugurale si è aperta con un articolato intervento del presidente di Fondazione Pordenonelegge.it Michelangelo Agrusti, anfitrione di una Festa del libro "mai come quest'anno Festa della libertà, e di una città che ancora una volta si fa piazza, officina della parola scritta, dove ogni libro apre finestre su mondi lontani, immagina futuri che chiedono di essere pensati e custodisce memorie da non dimenticare. I libri anche per mettere in discussione ciò che consideriamo già acquisito, e Pordenonelegge come un 'patto' collettivo che mette al centro i libri, strumento di conoscenza, incontro e democrazia. Un patto che ogni anno si rinnova insieme alla città e al pubblico, assaporando il fascino di un ascolto collettivo, in un contesto nel quale l’impresa si fa cultura. Quest’anno intorno a libri e a protagonisti che restituiscono il nostro tempo, quando i venti di guerra soffiano dalla casa comune europea al Medioriente".
E insieme al vasto ringraziamento per le istituzioni, i partner e sponsor, il 'dream team' che promuove e cura il festival – la direttrice della Fondazione Michela Zin, i curatori Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet - l'idea di "un rilancio ancora più stretto del legame con Praga, la città simbolo della cultura come baluardo contro le autocrazie, in cui il festival ha celebrato il suo evento di anteprima nelle ultime stagioni. Ogni voce che ascolteremo è un tassello di libertà", ha concluso il presidente Agrusti, lasciando spazio agli interventi istituzionali. Quelli del sindaco di Pordenone, Alessandro Basso, che anche in vista del 2027 di Pordenone Capitale Italiana della Cultura ha raccontato "una città al fianco di Pordenonelegge, dove la cultura è libertà. E dove i libri sono “infrastrutture” essenziali per tutta la comunità".
Gli auspici per una importante edizione si sono avvicendati nelle parole del presidente della Camera di Commercio di Pordenone e Udine, Giovanni Da Pozzo, del deputato Emanuele Loperfido, che ha anticipato l'arrivo a Pordenone del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e del presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha ricordato come "Pordenone sia di fatto Capitale Italiana della Cultura da 26 anni grazie a Pordenonelegge, un evento che sa rendere protagonista la comunità promuovendo la pluralità delle idee. Un ruolo importante in un momento che desta anche forte preoccupazione, per la diminuzione del concetto di libertà di parola", ha spiegato il governatore del Friuli Venezia Giulia, citando esempi di stretta attualità come l'assassinio di Charlie Kirk e l'aggressione all'insegnante di Pisa accusato di "sionismo".
Il direttore artistico di Pordenonelegge Gian Mario Villalta, ha suggellato la cerimonia, ricordando come 26 edizioni del festival abbiano attraversato 25 anni di storia - dalle Torri gemelle al crack del 2008, dal covid ai nostri giorni - e ha introdotto la protagonista attesissima dell'evento inaugurale: l'attivista e avvocata iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2023: "Finchè non saremo liberi" (Bompiani) il titolo del suo libro e al tempo stesso un forte appello per non smettere di lottare per un futuro di libertà.