'Storie d’arte e d’amicizia', dal 19 dicembre al 2 febbraio a cura di Giordano Bruno Guerri e Giovanni Granzotto
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli inaugura, venerdì 19 dicembre alle ore 19.00, la mostra 'Tancredi Parmeggiani, Gino Morandis, Riccardo Licata. Storie d’arte e d’amicizia'. Organizzata da Il Cigno Arte di Lorenzo Zichichi in collaborazione con Studio GR. L’esposizione riunisce quarantadue opere e racconta l’incontro tra tre protagonisti dell’Astrattismo italiano del Dopoguerra, legati da affinità artistiche, frequentazioni comuni e rapporti personali.
Il progetto mette al centro la stagione dello Spazialismo, nata attorno a Lucio Fontana e sviluppata in forme diverse da artisti italiani come Tancredi, Morandis e Licata che ne condividono lo slancio innovativo, lo spazio come ricerca, la luce e il colore come strumenti espressivi attraverso percorsi autonomi e riconoscibili. Tra Venezia e Parigi, tra atelier, Biennali e luoghi di confronto, la mostra ricostruisce una trama di amicizie e visioni, includendo anche un episodio raro come il ritratto di Licata dipinto da Tancredi.
L’allestimento è ospitato al Mann, in un punto che tradizionalmente segna l’inizio della visita e che, in questa occasione, diventa luogo di incontro tra linguaggi e tempi diversi, come dichiara Francesco Sirano, Direttore Generale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in una nota: "Il concetto di Astrattismo, che connota la pittura di Tancredi Parmeggiani, Riccardo Licata e Gino Morandis, non era un elemento estraneo all’arte antica, come fu messo in rilievo dall’ archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli in un saggio su Organicità e Astrazione che ha fatto scuola: sin dalle epoche più remote la meditazione sulla realtà ha contribuito a definirne una diversa percezione estetica e simbolica, tradotta nei linguaggi figurativi". Il catalogo della mostra è pubblicato da Il Cigno Arte con contributi critici dedicati alle opere esposte.