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Imprese: da Catania al Regno Unito per intercettare startup promettenti

21 marzo 2016 | 13.50
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Imprese: da Catania al Regno Unito per intercettare startup promettenti

Il Regno Unito è la prima destinazione europea degli investimenti diretti all’estero: con una previsione di crescita del Pil reale per il 2016 del +2,4% e un tasso di disoccupazione al 5%, rimane il paese occidentale più attrattivo per chi vuole avviare una nuova impresa. Questi i dati illustrati al seminario di approfondimento organizzato da Mpo Service di Catania e Ascheri & Partners di Londra, che si è concluso sabato allo Sheraton di Carania. "In questa due giorni - ha spiegato Maurizio Verona, Ceo di Mpo Service - abbiamo puntato i riflettori sul binomio start up e internazionalizzazione, poiché oggi è necessario, per professionisti e investitori, avere gli strumenti per intercettare le idee imprenditoriali più promettenti e assistere le nuove imprese nel processo di crescita ed espansione, proprio quando sono all’inizio della loro attività".

"Gli imprenditori hanno bisogno prima di tutto di essere informati: l'Inghilterra - ha dichiarato Guido Ascheri, titolare dello studio Ascheri & Partners - è un contesto in continua evoluzione dove l'amministrazione finanziaria e i contribuenti sono sullo stesso piano, non c'è contrapposizione e questo facilita maggiormente le aziende che vogliono migliorare i loro risultati".

Un processo di crescita che deve però fare i conti con l'apprendimento, come sottolineato dal presidente della Sicilian Venture Philanthropy Foundation, Elita Schillaci: "Per essere innovativa e per internazionalizzarsi, la start up dev’essere in primo luogo aperta ai processi di cambiamento: learning è la parola chiave. Per l'azienda tutto questo significa abbattere le barriere, entrare in un nuovo mercato e imparare dall'ambiente e dai consumatori".

"Le nuove imprese devono imparare - ha avvertito - anche dagli errori, 'learning by failure' quindi, per poter intercettare nuovi mercati internazionali". Mercati che guardano all'innovazione senza distinzione di provenienza geografica, e che sono maggiormente interessati alle start up legate all'information technology (It), alle tecnologie 'green', alla biotecnologia e al food.

Un'occasione di confronto e approfondimento, dunque, che ha visto la partecipazione dell'Italian Chamber of Commerce and Industry Uk con Caterina Cutugno che ha illustrato la nascita del 'desk innovazione' dedicato proprio alle start up, dell'ufficio londinese dell'Italian Trade Agency, con Filippo Mansani, e del presidente di Italia Start up, Marco Bicocchi Pichi. Proprio Marco Bicocchi Pichi ha sottolineato come "il nostro Paese, nonostante sia all'avanguardia per le idee imprenditoriali innovative, stenti ancora a innescare un circolo virtuoso di investimenti".

Dello stesso tenore le considerazioni del presidente di Italian Business Angels Network Association (Iban), Paolo Anselmo: "Le buone idee non mancano, ma per aprirsi ai mercati esteri una start up deve avere fondamentalmente tre cose: un business model interessante, un buon team e una strategia di exit, ovvero le opportunità di disinvestimento nel breve periodo". In collegamento dalla capitale britannica anche Vanessa Romer di London & Partners - lo sportello per le attività produttive del Comune di Londra - che ha esposto direttamente ai professionisti e agli imprenditori partecipanti le opportunità concrete offerte dall'amministrazione londinese.

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