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Come si diventa Presidenti col trucco

26 agosto 2017 | 16.08
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Il presidente francese Emmanuel Macron (Afp) - AFP
Il presidente francese Emmanuel Macron (Afp) - AFP

Come la magia, anche la politica ha il suo 'trucco'. Quella tra make-up e gli affari di Stato è una storia d'amore che dagli anni '60 fa il buono e il cattivo tempo degli uomini di potere. L'ultimo della lista è il presidente francese Emmanuel Macron, salito agli onori della cronaca per aver esagerato con le spese legate al maquillage. L'inquilino dell'Eliseo, ha rivelato qualche giorno fa 'Le Point', avrebbe speso circa 26mila euro in tre mesi solo per il darsi qualche passatina di fondotinta e cipria. Un'esagerazione? Non esattamente, se si considera che quando il make-up scende in politica può avere un peso decisivo e determinante nella carriera di un capo di Stato (o aspirante tale).

Ne sa qualcosa Richard Nixon, che durante lo storico dibattito tv trasmesso nel settembre 1960, venne messo al tappeto da John Fitzgerard Jennedy, che lo stracciò, conquistando quanti erano incollati al piccolo schermo. Il motivo? Mentre Jfk aveva fatto ricorso a un truccatore professionista, apparendo sempre in salute e abbronzato per tutta la durata del faccia a faccia, Nixon mostrava un aspetto insanamente pallido e non smetteva di sudare. A peggiorare il suo look, le luci dello studio, che lo fecero apparire costantemente smorto e poco convincente agli occhi degli americani.

Da allora il mondo è cambiato, e i politici che prima sembravano disprezzare il make-up rilegandolo a 'roba da femmine', hanno iniziato ad apprezzarne le sue infinite qualità. Non solo hanno imparato a farne buon uso, ma nel tempo l'hanno trasformato nel loro migliore alleato durante i talk show e le apparizioni in tv, esibendo visi acqua e sapone e incarnato impeccabile a favore di telecamera. Il primo a capirne i vantaggi in Italia è stato Silvio Berlusconi, che già per il primo videomessaggio agli italiani chiese al cameraman di piazzare sull'obiettivo della telecamera una velatissima calza Dior per sfumare le rughe e illuminare il viso. Il risultato fu impeccabile.

Da allora, raramente l'ex Cavaliere è stato immortalato senza trucco, soprattutto quando in tv. Cipria e cerone lo hanno accompagnato per vent'anni, anche negli studi di Bruno Vespa, a Porta a Porta, dove l'ex premier non ha mai rinunciato a qualche ritocchino. E se è vero che un tempo il Cav passava più tempo tra le mani dei truccatori, dall'entourage di Vespa fanno sapere all'Adnkronos che ultimamente Berlusconi non ama restare molto al trucco. Spesso arriva già sistemato. Come lui, tutti i politici che vanno in tv fanno uso di makeup. Il maquillage, insomma, non ha bandiera.

Anche Matteo Renzi quando è ospite di Vespa non rinuncia a rinfrescarsi l'incarnato. Va sempre di corsa, è vero, come fanno del resto altri personaggi che arrivano in studio a ridosso della messa in onda, e che non hanno certo tempo per sedute di trucco estenuanti. Ma il segretario del Pd non si nega mai a una passata di cipria. E lo stesso vale per le signore di Palazzo Chigi, che oltre al trucco hanno bisogno di qualche tempo in più rispetto ai colleghi uomini per sistemare le chiome ribelli, eliminare le sbavature del mascara e ravvivare gli zigomi con un po' di fard.

Gli uomini invece fanno appena qualche ritocco rapido, anche se tra i corridoi Rai si vocifera di molti politici che si presentano già pettinati e truccati a pennello. E se è vero che nessuno di loro arriva con il fondotinta in tasca, anche il politico più intransigente non sa rinunciare al dischetto incipriato, miracoloso per tamponare le zone critiche ed evitare uno sgradevole quanto poco convincente effetto lucido.

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